Le regole infrante – Silvia Gentilini



Silvia Gentilini
Le regole infrante
Piemme
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Un thriller psicologico di grande impatto emotivo, ma forse un libro più psicologico, con qualche nota gialla, insieme alla capacità di mantenere alta la suspense.
Subito, il prologo presenta il “Guardiano di Villa delle Rose”, uno strano soggetto che riserva a se stesso una parte dell’edificio, perché ne è il proprietario. La sua famiglia alto-borghese lo ha parcheggiato lì, in quel fabbricato trasformato in un istituto psichiatrico. Come mai sua madre ha scelto di trasformare quella proprietà in un istituto psichiatrico, piuttosto che in un centro benessere o in una qualsiasi altra cosa remunerativa, si chiede il signor Carlo Maria Brembani, proprietario della Villa.
Questo personaggio reso straordinariamente bene dall’autrice è un uomo ripugnante e perverso che si nutre dei disagi e delle sofferenze dei residenti e che manterrà alta l’attenzione del lettore fino alla fine.
Il racconto si apre con il ricovero di Vinni, una giovane ragazza che a seguito di un incidente stradale ha perso la madre, mentre lei si è salvata per miracolo. Distrutta dal dolore diventa dipendente da qualsiasi sostanza la faccia stare meglio. Durante il suo ricovero conosce Bianca, di cui diventa amica, una cinquantenne anoressica, anche lei erosa dal dolore, anche se per motivi completamente diversi.
Ogni personaggio, secondo il proprio punto di vista, sperimenta un dolore lacerante che corre tra il ricordo deprivante e il desiderio di riscatto e di normalità. Il filo che li unisce tutti è il volere o il dovere uscire da qualche forma di dipendenza.
E soltanto dopo la metà del libro e tanta introspezione, il racconto si tinge di giallo con un “morto” e non aggiungo altro per non spoilerare.
La Commissaria chiamata a risolvere il caso si troverà immersa in una realtà ovattata, dove i residenti della villa riusciranno in qualche modo a sostenersi a vicenda in una situazione per loro destabilizzante.
Un assassino vive tra quelle mura? Di chi diffidare?
L’autrice oltre a mettere a fuoco con grande dovizia di particolari gli stati d’animo dei personaggi e la loro disperazione, apre una finestra sulla possibilità di riscatto e di avere una seconda chance grazie anche alla solidarietà e l’amicizia che inaspettatamente può giungere da chi sperimenta e condivide gli stessi disagi, piuttosto che dai farmaci o dagli psichiatri.
La trama gialla, invece, penso che passi in secondo piano, rispetto allo spessore introspettivo di tutto il contesto, tanto che la protagonista del libro è Vinni e non la commissaria come solitamente accade nella letteratura gialla.
Un libro introspettivo ben scritto che lascia spazio a molte riflessioni. Consigliato agli amanti della letteratura gialla, per apprezzare una declinazione particolare di questo genere, e a chiunque ami immergersi nella complessità dell’animo umano

Cinzia Censi

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