Leggendo la IV di copertina verrebbe da pensare che abbiamo in mano il classico libro sul solito serial killer col delirio mistico, che farà l’errore di incrociare la strada della nostra eroina, affiancata dalla sua squadra di aiutanti. Sebbene iniziandone la lettura questa potrebbe sembrare la verità, ben presto ci si accorge che il serial killer di turno, non è suo malgrado, il vero protagonista della storia. E anticipandovi, posso dire che non lo è nemmeno l’anatomopatologa (la nostra eroina) di turno che affiancata dal suo team (la squadra dei buoni) deve indagare sul sopra citato serial killer (il cattivo). In questo romanzo la novità è rappresentata dal terzo incomodo. Un uomo nero, che assumendo il ruolo di vigilantes si intromette nelle indagini della squadra dei buoni, a volte per depistare a volte per aiutare, col fine ultimo di fare comunque giustizia, che attenzione, non vuol dire far rispettare la legge; da qui il dilemma che si scatenerà nel lettore, ovvero se inserire il nuovo giocatore nella squadra dei buoni o in quella dei cattivi.
La voce del male
andrea zannini