Giulio Leoni ha la mano fatata, quando decide di inserire un suo romanzo in una pagina di storia corteggiando atmosfera e relativa ambientazione . E dunque ci regala di nuovo da par suo un frenetico e godibilissimo romanzo che corre stavolta su un doppio scenario: giorni nostri e un bel salto indietro nel tempo che ci trasporta fino agli ultimi quattro anni della Seconda Guerra mondiale dal 1941 al 1945.
E, tanto per cominciare, introducendo la sua trama con umoristico piglio goliardico , affibbierà a un ancora giovane professore liceale in pensione , il professor Leoni (una specie di suo pimpante alter ego) quello che si rivelerà un fantasmagorico e pericolosissimo incarico.
Un incarico da annusare e poi accettare titubante, forse per noia – negli ultimi tempi, infatti, le sue funzioni di segretario tutto fare del Club Magico Romano sono sospese per colpa dell’epidemia e, con l’Italia ancora in via d’uscita dalla trappola della prigionia da Covid, a conti fatti ha poco da fare salvo scambiare trucchi e ricordi di grandi maghi con qualche amico su Facebook Per nostalgia, debolezza o magari bontà d’animo ma e soprattutto per curiosità , si ritroverà tra capo e collo il compito di dover accettare e addirittura finanziare le velleità investigative di una sua vivace ex allieva, Alessia Rovello. Un personaggio da prendere con le molle, che ha in bocca sempre le scuse piu` improbabili, sostenitrice di idee e terapie controcorrente, pronta a provare ogni novità , vetrina ambulante di stravaganti gioielli e stravaganti tatuaggi. E in più con un delizioso volto da bambina su un fisico notevole, benchè sempre affogato in maglioni o camicioni sformati… La pecora nera della classe, la piu`nera possibile. Ma anche la più fragile, un cucciolo sperduto. Insomma, quella che il professor Leoni non avrebbe mai voluto avere come figlia ma a conti fatti aveva trattato sempre come tale.
E infatti si intenerirà davanti alla sua telefonata con la richiesta « Avrei bisogno del suo aiuto. »
Aiuto che la ragazza implora nella sua veste di un grande esperto della Seconda Guerra mondiale e che gli servirà per coinvolgerlo in una cosiddetta consulenza professionale, ovverosia il tentativo di esaudire il disperato ultimo desiderio di una vecchia signora, Miranda Romani, che vive al settimo piano senza ascensore – cosa da sfinire un ventenne, età che il professore ha superato da un pezzo, – in un popolare quartiere di Roma per arrivare a scoprire a ogni costo cos’è mai successo al fratello, sommergibilista delle Decima Mas, disperso in un’azione subito prima della fine della guerra. Un fratello, Mario, del quale la donna conserva religiosamente tutte le lettere ricevute ma e soprattutto l’ultima, come le altre per gran parte annerite dalla censura, ma con dentro in data 27 marzo 1945 , una foto di lui sorridente ripreso con due colleghi davanti a una banchina di cemento di una porto, con dietro la torretta di un sommergibile . Una sbiadita foto di Mario Romani, di un camerata italiano e suo caro amico Luigi Scarpa, arruolato con il suo stesso incarico, e di un ufficiale tedesco in divisa da capitano di vascello. Sul retro della foto scritto a penna solo un nome Lichtsturm o Lechtsturm.
Dunque sarà solo colpa di Alessia, se il professore finirà con il cacciarsi in questa situazione? Non del tutto perché il pungente desiderio di sapere lo spingerà a seguirla in giro per l’ Europa in cerca di risposte in una rischiosa una avventura che tra presente e passato. E cosa significa quella parola che continua a spuntare fuori, una parola enigmatica e inquietante? Lichtsturm: Tempesta di Luce o Tempesta Luminosa.
In questo complesso scenario che rimanda di continuo ad atti avvenuti durante la seconda guerra mondiale e successivi anni, le indagini del professor Leoni e della sua allieva, si faranno sempre più intricate e pericolose . E ci scapperà il morto
Ma per fortuna a dare loro un mano per risolvere il caso, scovare gli artefici del complotto e uscirne ancora tutti interi, interverrà il commissario capo, una vecchia conoscenza di Leoni, una donna minuta, con il viso pieno di lentiggini e una selva di capelli rossi legati in due treccine che paiono animate di vita propria chiamata (di nascosto?) dai colleghi più anziani Pippi Calzelunghe per la sua somiglianza con il famoso personaggio, una brusca poliziotta che il professore ha già incontrato e coinvolto in altre passate avventure.
La tempesta di luce – Giulio Leoni
Patrizia Debicke