La corona del potere – Matteo Strukul



Matteo Strukul
La corona del potere
NewtonCompton
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Matteo Strukul scrive che La corona del potere è il secondo volume appartenente al ciclo de Le sette dinastie. Non dubito, come lui afferma, che l’impegno sia stato molto gravoso. Il libro infatti, cinquecento poderose pagine, tratta di periodo del Rinascimento relativamente breve ma decisamente molto impegnativo. Periodo che, salvo un drammatico prologo con Caterina Sforza per protagonista e da cui si diparte un immaginario fil rouge fissato nel 1488, va  dalla fine del XV secolo fino al 1507 dopo la morte di Cesare Borgia. Periodo che, a mio vedere, si potrebbe in modo dissacrante dividere in due sotto-periodi: quello legato ai Borgia che li vide primeggiare dal 1492, nonostante due anni dopo nel 1494 la calata in Italia di Carlo VIII ebbe come conseguenza il drammatico dilagare della sifilide e quello che si snoda dal 1503 e che vide il potere  di Giulio II, il Papa guerriero. Teniamo presente che quel primo periodo o “era”  Borgia fu anche quello che vide  l’Italia teatro di guerra aspramente contesa tra il dominatore francese e quello spagnolo. Stavolta  Matteo Strukul  però, più che a specifiche dinastie, ha scelto di legare  il filo della narrazione ad alcune importantissime  città della penisola,  eleggendole quasi a  protagoniste del loro tempo quali: Milano, Venezia, Roma, Firenze, Ferrara e Napoli,  attraverso la storia delle dinastie a loro direttamente o indirettamente connesse… Una plausibile ricostruzione storico romanzata con alcuni inevitabili cedimenti alla fiction per stuzzicare la fantasia dei lettori, molto utile per chi desidera ripercorrere fatti notizie e politiche di quegli anni. A conti fatti in tutto meno di venti. E dunque si parte da Napoli  dagli Aragona con Sancia, figlia bastarda di re Alfonso II, sposata sedicenne  al tredicenne Goffredo Borgia, ma già amante del fratello del marito, il cardinale Cesare, mentre ormai corrono le prime voci di una calata in Italia del re francese. A Milano, invece,  ritroviamo gli Sforza, in primis Ludovico il Moro, con il suo importante corollario familiare:  la moglie Beatrice d’Este e il nipote Gian Galeazzo sposato con  Isabella d’Aragona figlia del re di Napoli. Ludovico Sforza , che è al potere dopo aver praticamente usurpato il ducato,  sente la sua poltrona scricchiolare ora che  il re di Francia e il suo esercito sono pronti a invadere l’ Italia e immagina come unica giusta soluzione un’alleanza con Carlo VIII. Il sovrano francese da parte sua intende riconquistare Napoli, che ritiene sua di diritto per la sua discendenza angioina, e intraprendere una crociata… A Roma i Colonna hanno già deciso di garantire la loro spada al sovrano francese ma, a detta di Fabrizio e Prospero Colonna, potenti condottieri e esponenti della casata romana,  i Borgia e quindi il pontefice, Alessandro VI e il figlio il cardinale Cesare, i  Medici, gli Estensi  e gli Aragonesi potrebbero rendere difficile la sua avanzata.  Mentre la Serenissima,  per bocca del suo ambasciatore Antonio Condulmer ,si sarebbe già dichiarata neutrale ai messaggeri d’oltralpe. L’ombra di Carlo VIII si allunga come una oscura maledizione sulla penisola italica. Savoia e Saluzzo hanno già concesso il passo… Lucrezia Borgia sposata per calcolo di alleanze  a Giovanni Sforza sta in campana e si sente quasi  prigioniera nella Rocca di Pesaro, Ercole d’Este a Ferrara, che ha scelto di considerarsi alleato dei francesi, non batte ciglio  e  Caterina Sforza tiene in mano le sorti di Forlì, confidando che il sovrano francese scelga un’altra strada per scendere verso Roma. Carlo VIII, dopo aver passato le Alpi, grazie all’alleanza di Ludovico il Moro che gli offre anche  truppe e cannoni, arriva  con le sue truppe  in Toscana, fino alle porte di Firenze. Piero de’ Medici, l’imbelle figlio  del Magnifico, lascerà passare le orde dei mercenari francesi per poi essere bandito dalla città mentre il Savonarola si chiuderà tra le mura con i fiorentini,  ormai preda e vittime  dei suoi apocalittici e farneticanti sermoni … Il re francese  è già  pronto a marciare con l’esercito sulla città eterna con l’intento di saccheggiarla, per poi proseguire verso Sud e conquistare e mettere Napoli a ferro e fuoco.  A Roma Rodrigo Borgia, Papa con il nome di Alessandro VI e che ha sempre esercitato uno sfrenato  nepotismo, si rifugia in Castel Sant’Angelo e non trova di meglio che accordarsi con  i francesi pagando un tributo e lasciarli passare, nominando suo figlio il cardinale Cesare,  legato pontificio ma con la consegna di tentare la fuga appena possibile. Nel frattempo Venezia osserva e sa tutto in virtù della fitta rete di agenti segreti, guidata da Antonio Condulmer, Maestro delle Spie della Serenissima. All’arrivo del nemico, Re Alfonso II cede il suo regno al figlio, il coraggioso ma inesperto Ferrandino, Ferrante II. Ma gli aragonesi non hanno alcuna chance di tenere Napoli.  Devono ritirarsi , combattere e sollecitare l’aiuto spagnolo. Ciò nondimeno con l’esercito di Carlo VIII  ha viaggiata la bestia, la sifilide  il “mal francese”, che, oltre a decimare l’esercito d’oltralpe, comincia a  dilagare per la penisola. Per cui, mentre Carlo VIII e quelli dei suoi uomini sopravvissuti alla malattia cominciano a  ritirarsi lentamente  verso la Francia, la sconosciuta incontrollabile e  mortale epidemia non risparmierà nessuno, colpendo e uccidendo senza pietà ricchi e poveri eccetera ecc. E alcuni alleati sono già pronti a voltare pagina.  Ancora più di dieci anni di storia in cui conviveranno lo splendore del Cenacolo di Leonardo da Vinci con gli orrori  della battaglia di Fornovo con la lega Santa contro Carlo VIII. Ci sarà la leonardesca delusione  davanti al suo fallimento pittorico nella battaglia di Anghiari,  ma anche la sua opera come architetto da guerra al servizio del Valentino. Le delizie del Perugino saranno testimoni delle passioni e la depravazione del Papa più immorale della Storia, mentre solo alcune le magiche opere del Botticelli  scamperanno alle mostruose  prediche di un frate ferrarese che finirà bruciato sul rogo…  Ma  ci saranno anche negli anni a venire l’esplosione dell’arte e del del bello con gli immortali capolavori di Michelangelo e di altri artisti di grande bravura e fama.                                                                        Anche questa volta Matteo Strukul ricostruisce generosamente manie, odi, amori, gelosie, affetti, devozioni, vitali legami e  di dovere. I personaggi famosi, numerosissimi, costellano le pagine de La corona del potere con le loro tante piccole e grandi vicende personali. Un fitto  ventaglio di comprimari inventati poi rende più corposa la trama, movimentandola. E, ciliegina sulla torta, ci sono quegli infiniti e  minuziosi particolari forse in grado di spiegare al lettore che non era così comodo e facile vivere in quei tempi di gloria ma anche e soprattutto di orrore per chi aveva  voce in capitolo.  La storia non è mai fatta dai deboli e tanto meno da persone con gli stomaci deboli. Machiavelli ne è l’esempio più lampante, proprio lui che incensava i potenti e ne apprezzava la  sottile crudeltà. Pensò il suo Principe prima per Cesare Borgia ma anche per Giulio II, il terribile  papa guerriero. Poi quando lo scrisse nel 1513, da bravo cortigiano lo dedicò a Lorenzo de’ Medici duca d’Urbino, Duca di Nemours, tornato in sella a Firenze. Ma per chi non sapesse: questa è la vera storia.   

Patrizia Debicke

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