La chiave rubata e altre storie
Dopo tanti romanzi polizieschi, Gianni Simoni ci regala una raccolta di racconti che spaziano piacevolmente nel tempo. Tutti rigorosamente di ambientazione bresciana, con la città che vive e si esalta nei più minuti particolari delle strade e delle piazze, soprattutto del centro storico. Racconti che erano rimasti nel cassetto, forse compagni minori di quelli che dal 2007, complice un prepensionamento dalla carriera da magistrato dell’ autore, hanno dato il via alla sua seconda primavera di vita e letteraria? Comunque racconti che ci offrono cinque trame che esibiscono, come principale protagonista, il giudice Petri, mentre nella sesta e ultima sale in scena la straordinaria “delfina” di Miceli e protetta di Petri, il commissario Grazia Bruni. Sei brevi storie, sei piccoli casi che all’improvviso hanno invaso la avventurosa quotidianità della serie “Indagini del commissario Micele e dell’ex giudice Petri”, in diversi momenti della loro vita e carriera.
Si parte dalla prima storia o caso: La chiave rubata, dove il nostro giudice Petri, ormai in pensione, è alle prese con una vedova sua coinquilina nel condominio, dotata di giovane nipote da esibire, che chiede il suo appoggio nel denunciare la scomparsa(rubate?) delle chiavi di casa a cui avrebbe fatto seguito il furto di un prezioso dipinto di Fattori. Si prosegue con la seconda storia o caso nella quale invece, con un salto indietro nel tempo, il giudice Petri, ancora in servizio attivo, dovrà confrontarsi con un’altra vedova, il cui marito, un anziano contadino, è stato ucciso per strada, di notte, a fucilate con proiettili calibro 12. La vedova molto “consolata” ha un giovane e focoso amante. Dubbi e sospetti. Ma chi è in realtà l’assassino? Continuiamo a leggere e, nella terza storia, ritorniamo al condominio, al dottor Petri che vorrebbe godersi il piacere della pensione e invece viene coinvolto dalla moglie Luisa, nella sparizione del simpatico ragionier Bassi, quarantenne funzionario di banca con il quale condivideva idee e decisioni e al quale affidava sempre la delega durante le assemblee del palazzo. Bassi è uccel di bosco da tre giorni, ma l’ha fatto di sua volontà, magari per inseguire un sogno, oppure si tratta di una brutta storia? Arriviamo alla quarta storia sempre con il giudice Petri, ancora nel pieno della sue funzioni come magistrato, che non si accontenta della spiegazione che parrebbe più logica, in un angosciante caso di rapimento della figlia di un industriale e che scoprirà essere invece il raptus provocato da una strana e complicata vendetta. Con la quinta storia ritroviamo il nostro Petri, di nuovo pensionato che, mentre cammina per strada leggendo il giornale, trova per caso un portafogli rubato e abbandonato vuoto, che però contiene una vecchia lettera d’amore, un rapporto fatto di affetto ma anche di inganni? La lettera accenna a un milionario piano criminale per una rapina. Si può ancora sventarla? Nella sesta e ultima storia, forse la più intensa e che chiude la raccolta di Gianni Simoni, incontreremo colei che, a suo modo, ha raccolto il testimone di Petri e Miceli, il commissario Grazia Bruni. Il cliente di un barbiere, alla fine della settimanale rasatura, si accascia svenuto sulla sedia. Un infarto? Eh no, perché all’arrivo in ambulanza in ospedale i sanitari di turno constatano che l’uomo è stato ferito da un colpo di pistola. Chi è stato e perché? Grazia Bruni saprà capire e confrontarsi con un’alternativa etica che la costringerà a dimenticare il rigore professionale optando per una scelta misurata e di profonda umanità. La chiave rubata e altre storie è una raccolta piacevolmente calibrata, che si fa divorare e allora benvenuti questi racconti che permettono di rilassarsi ma anche di riflettere e ci riportano quel novellare, così gradevole da leggere, tanto quanto era caro scriverli ai grandi autori del rinascimento.
Gianni Simoni, ex magistrato, ha condotto quale giudice istruttore indagini in materia di criminalità organizzata, di eversione nera e di terrorismo. Presso Garzanti ha pubblicato Il caffè di Sindona, in collaborazione con Giuliano Turone. Per TEA è autore dei casi dell’ex giudice Petri e del commissario Miceli, e delle indagini del commissario Lucchesi, due serie premiate entrambe da un progressivo consenso di pubblico e critica.