Scritto a quattro mani da Jacques Futrelle e dalla moglie May, “La casa fantasma” è un piccolo capolavoro sul genio del professor Augustus Van Dusen. Protagonista di numerosi romanzi, scritti da Jacques Futrelle a partire dagli inizi del 1900, tra i quali il celebre “Il problema della cella numero 13”( 1905), Van Dusen, soprannominato “la Macchina Pensante” è un brillante pensatore che, dietro i sui occhi azzurri e strabici e il fisico gracile ed esile nasconde capacità intellettive fuori dal comune. Risolutore di casi all’apparenza impossibili o inspiegabili, la Macchina Pensante in questo secondo romanzo breve della serie, spiegherà e proverà l’esistenza di una casa misteriosa e della strada da cui arrivarci che sembrano inesistenti. Il reporter Hatch, infatti, sottopone a Van Dusen il manoscritto di un certo Fairbanks che riporta la sua paurosa esperienza vissuta una notte di temporale, di qualche mese prima, lungo la statale per Millen. Trovato riparo in una casa, inquietante, almeno quanto il suo proprietario,Fairbanks ne fugge impaurito a causa di un incendio, nonostante le urla lontane di una donna invochino aiuto. In ospedale, ferito, racconta la sua strana e paurosa avventura ma la casa da lui indicata non viene trovata tanto meno la strada che a essa conduce. Per Fairbanks quell’esperienza diventa un’ossessione e l’uomo sembra uscire fuori di senno. Basandosi sulla logica, la Macchina Pensante interroga Fairbanks e comprende la causa della sua fissazione. La sua indagine alla scoperta della verità si basa sui fatti, sul materiale fornito dalla “vittima” e sull’esclusione di ogni elemento che possa ricondurre al soprannaturale. Secondo la teoria investigativa di Van Dusen, infatti, “si ignori il cosiddetto soprannaturale nei nostri problemi materiale e la logica diventa inevitabile” per spiegare ogni tipo di enigma. Con questo metodo infallibile, la Macchina Pensante scopre la verità e ricostruisce l’esperienza del malcapitato Fairbanks dando una spiegazione tanto logica quanto reale dei fatti.
Cristina Marra
