La caduta di un uomo



David Lagercrantz
La caduta di un uomo
Marsilio
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1954. Alan Turing viene trovato morto nel suo letto dalla governante. Viene chiamato immediatamente il detective Leonard Corell a indagare.
Già prima dell’autopsia,  a causa del fortissimo odore di mandorle presente nella stanza Corell intuisce che la morte è dovuta ad avvelenamento.  Ipotesi che viene confermata dall’autopsia e dagli esami sulla mezza mela trovata accanto al corpo.
Si scopre poi che, due anni prima, Turing era stato incriminato per omosessualità dopo e punito con l’obbligo di  assunzione di estrogeni per un anno, per guarire dalla sua malattia.
Dai piani alti tutti premono perché il caso venga chiuso in fretta, specialmente visto l’orientamento sessuale della vittima, anche se il morto era un matematico famosissimo, creatore della macchina Bomba Inglese.
Corell si trova a dover decidere se indagare considerando il cadavere un semplice uomo che è stato ucciso o seguire una parte di sé che dà ragione alla cultura popolare dell’epoca  che considera  gli omosessuali  dei malati deviati.
Romanzo giallo molto atipico anche per i canoni svedesi. L’inizio risulta essere molto lento e confusionario.
Troppo peso viene dato all’argomento dell’omosessualità e poco all’omicidio , cosa che porta il lettore a perdere il filo del discorso, ritrovandosi un lungo elenco di nomi tra i quali  non riesce a raccapezzarsi. Proseguendo con la lettura le cose migliorano, anche se la descrizione del contesto storico e della situazione degli omosessuali occupa sempre ,ovviamente, grande spazio
Grande capacità dell’autore è quella di unire il fatto storico (Alan Turing è stato veramente incriminato nel 1952 per omosessualità e poi ucciso due anni dopo, ed era veramente un famosissimo matematico) con  parti di pura fiction ( infatti, ad esempio, nella realtà la mela non è mai stata controllata.)
Per far conoscere meglio il personaggio dell’investigatore,  Lagercrantz inserisce  dei flash back  che raccontano la sua infanzia, il suo rapporto con il padre e il dolore provato quando il padre iniziò ad ammalarsi gravemente, la mancanza e il senso di vuoto provato durante i pasti quando non li raggiungeva più a tavola con la sua sedia che si trasformava in qualcosa di freddo.
Un romanzo che, superate le difficoltà iniziali, si rivela nel complesso molto bello e interessante  e che potrebbe dare benissimo il via a una nuova saga noir e sicuramente a una crescita dell’autore.

Micol Borzatta

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