Kabukicho è il famigerato quartiere di Tokio che non dorme mai, conosciuto per la sua pericolosità e, soprattutto, per l’alta concentrazione di love hotel, night club, bordelli e chi più ne ha, più ne metta. E’ anche il titolo del romanzo della francese Dominique Sylvain, appena pubblicato dalla 66thand2nd, casa editrice romana che vanta al suo interno una preziosa collana dedicata al B-Polar, con alcune chicche da non perdere. Le premesse per un ottimo libro, dunque, ci sono tutte. Un’autrice nata nella patria del noir (che per la verità in Italia, coi precedenti romanzi Mondadori, non ha riscosso particolare successo) e un’ambientazione perfetta: il distretto di , Kabukicho appunto, dove regnano sesso e mafia giapponese. Cosa voler di più? Gigolò, prostitute, serial killer, poliziotti corrotti e una sottile linea di eros che pervade tutte le 200 pagine (come sempre molto curate nella grafica). Potrebbe essere un manga, invece è un romanzo. La storia: il capitano Yamada indaga sull’omicidio di Kate, una giovane il cui cadavere viene rinvenuto in un parco cittadino. Kate è tutto un enigma: vive in un piccolo appartamento con un’amica, sogna di fare la scrittrice, eppure è il sogno erotico di tutti gli uomini d’affari che frequentano il club di Kabukicho, dove lei lavora come hostess. Anche Yamada è figura singolare: uscito dal coma, si mette alla ricerca del possibile serial killer combattendo, tra l’altro, l’amnesia che la malattia gli ha procurato. Attorno a loro Yudai, gigolò legato sentimentalmente alla ragazza uccisa, il padre di lei, Jason, e soprattutto Tokio: ambigua, contemporanea, tremendamente tecnologica. Il romanzo non ha un ritmo forsennato, anzi. E’ da leggere con calma, anche se tutto sommato abbastanza breve. Per tutti gli amanti del noir nel senso più stretto del termine. Se fosse una canzone potrebbe suonare come “Under The Milky Way” dei The Church. Voto 6/7.
Kabukicho
Alessandro Garavaldi