Negli ultimi anni si sono moltiplicati i thriller che si rifanno al mondo della Rete, con risultati variabili, più o meno originali, più o meno intriganti. L’argomento affascina, come sempre l’ignoto: la gente comune non conosce i meandri oscuri di questo nuovo mondo, e forse chi intuisce i pericoli ne ha, giustamente, paura. Ingrediente indispensabile per un thriller!
I commissari della polizia di Amburgo Daniel Buchholz e Nina Salomon si trovano davanti a una serie di delitti singolari quanto sanguinari: gli assassini, uomini incensurati, massacrano vittime a loro sconosciute, si fanno arrestare sul luogo del crimine, in flagrante, confessano. Hanno ucciso in preda a una rabbia assurda, incontrollabile, che è cresciuta attraverso convinzioni ben instillate da uno stalker invisibile, minacce, calunnie non sempre suffragate dai fatti: eppure non hanno legami con i morti, in certi casi hanno sbagliato persona.
Forse un burattinaio abilissimo le ha indotte ad agire in quel modo manipolandole? Ma come si spinge qualcuno a diventare un assassino?
Le intuizioni degli investigatori vengono confermate da un mentalista, ma solo dopo aver preso vie sbagliate riusciranno a trovare la relazione tra i carnefici e le vittime.
Ursula Poznaski e Arno Stroebel, sono scrittori di bestseller internazionali oltre a Invisibile, per Giunti hanno pubblicato “L’estraneo” (2017) e “Anonimo” (2018).
La narrazione si svolge nell’alternanza tra i capitoli del punto di vista di Nina e quello di Daniel: di tanto in tanto un terzo personaggio si inserisce in modo misterioso.
La scrittura è semplice, sobria, procede per frasi secche. Non si perde in fronzoli, non descrive ambienti interni o esterni: siamo ad Amburgo, ma potrebbe essere una città qualunque in un mondo globalizzato dove una ragnatela impercettibile può infiltrarsi ovunque e tramite quei fili invisibili manovrare uomini e menti. Tranne i due protagonisti, alle prese con problemi personali e lavorativi che li portano molto vicino a crisi di aggressività insolite, gli altri personaggi rimangono su uno sfondo, emergendo solo quando sono funzionali al procedere dell’azione che risulta serrata e dinamica, vero motore della storia. La frequente ripetizione del quadro dei fatti e degli step dell’indagine danno ritmo e cadenza al lettore, sottolineando la subdola ossessione che piano piano si insinua negli investigatori.
Una caccia al killer che deve quasi subito prendere atto del fattore psicologico determinante, senza tralasciare l’onda lunga di una vendetta che ha aspettato tempi lunghissimi per maturare.