Intervista a Gregg Hurwitz – Orphan X

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In libreria per Bookme, Orphan X di Gregg Hurwitz
Un numero di telefono per quando non sai a chi rivolgerti, quando le alternative sono finite e hai toccato il fondo. Un numero da usare una volta e mai più, da passare di mano in mano come un amuleto, come un’ultima speranza. All’altro capo del filo c’è lui, non una leggenda, ma un uomo in carne e ossa disposto a mettersi al servizio dei più deboli. Un cane sciolto, un giustiziere senza padroni né legge che tanti vorrebbero vedere morto. Nella vita di tutti i giorni è Evan Smoak, scapolo schivo e senza legami, ma un tempo era Orphan X: ragazzino emarginato strappato a un futuro già scritto e trasformato nella più perfetta macchina per uccidere al servizio del governo americano. Da quando Evan ha deciso di cambiare vita, da cacciatore si è trasformato in preda. Solo facendo appello a tutte le sue risorse può sperare di sfuggire al sistema che lo ha creato. E continuare a lottare per rendere il mondo un posto migliore, correggendo torti e ingiustizie un caso alla volta.

Gregg, tu hai fatto studi artistici e di letteratura, ma sei anche stato un campione sportivo. Quando e come hai compreso che il tuo futuro era nella scrittura?
Ho sempre avuto la consapevolezza che era l’unica cosa che volevo fare. Da ragazzino non mi era permesso guardare la tv , unica eccezione i film di Hitchcock. Così guardavo Hitchcock e leggevo gialli. In quarta elementare, sotto le coperte e alla luce di una torcia, divoravo Stephen King e Peter Benchley e scrivevo loro anche lettere, da vero fan sfegatato.. Leggendo le “ Le notti di Salem” e “ Lo squalo” venivo assalito da un mix di eccitazione e terrore e mi ricordo che mi meravigliavo di come quegli autori riuscissero a provocarmi quelle sensazioni. Così giurai a me stesso che un giorno sarei riuscito incutere le stesse paure agli altri. Ho scritto la mia prima storia, Willy, Julie e il caso del tesoro sepolto, in quinta elementare.

Tu sei scrittore di romanzi, sceneggiatore, e segui anche il fumetto; quale fra queste espressioni artistiche senti più vicina a te?
I romanzi sono stati la mia prima passione e sono la base e la parte più importante della mia carriera, ma amo molto tutte le espressioni della scrittura nelle quali mi cimento. Non posso pensare di dedicarmi a qualcosa che non amo o che credo non sia la forma d’ espressione giusta per dire ciò che voglio.
Molto dipende anche dai vincoli che ogni diverso mezzo impone, da quanto spazio ho: un romanzo può avere 400 pagine, un copione 110, un fumetto deve essere raccontato in 3-7 scene.
Ognuno è impegnativo e gratificante e tutti in qualche modo sono collegati tra loro.
Per esempio ,cerco di portare la profondità dei romanzi nelle mie sceneggiature, e allo stesso tempo il lavoro di sceneggiatore fa sì che io sia attentissimo a che ogni scena sia funzionale alla trama.
I fumetti sono un ottimo esercizio per mettere alla prova le proprie abilità e competenze, dovendo unire sempre la parola all’immagine.
Se però dovessi scegliere, direi che il romanzo è il genere che mi è più affine e anche il più impegnativo: potremmo dire che quando scrivi sei il regista della tua storia, il direttore di produzione, lo scenografo, tutti gli attori e persino l’addetto al trucco e parrucco.

Dove trovi l’ ispirazione per i tuoi thriller?
E’ semplicemente il modo in cui il mio cervello lavora. Il mio pensiero fisso è: qual è la cosa peggiore che potrebbe succedere proprio ora?”. Ovviamente poi informarsi è importante , ma sinceramente non ti saprei dire da dove traggo ispirazione. Se lo chiedessi a te, da dove ti vengono le idee, avresti una risposta? Non credo…

Parliamo della tua nuova, coinvolgente creazione: Evan Smoak, il protagonista di Orphan X. Come ti è nata l’idea di questa storia molto particolare e soprattutto come hai ideato le caratteristiche del protagonista?
Per risponderti ti riporto la dedica del libro:
a tutti i “ bad boys and girls”, a chi infrange le regole, ai giustizieri..

Philip Marlowe e Sam Spade, Bruce Wayne e Jason Bourne, Bond e Bullitt, Joe Pike e Jack Reacher, Hawk e Travis McGee, i Sette Samurai e I Magifici Sette, Mack Bolan e Frank Castle, i tre John (W. Creasey, Rambo, e McClane), Il capitano Achab e Guy Montag, Mike Hammer e Paul Kersey, il Ranger Solitario e l’ Uomo Ombra, Robin Hood e Van Helsing, Beowulf e Gilgamesh, Ellen Ripley e Sarah Connor, Perseo and Coriolano, Hanna and Hannibal, the Man with No Name ( l’Uomo senza nome) and the Professional, Parker e Lucy, Arya Stark e George Stark, Pike Bishop e Harmonica, Lancillotto e Achille, Shane e Snake Plissken, Ethan Edwards e Bill Munny, Jack Bauer e Repairman Jack, the Killer and the Killer, Zorro e the Green Hornet (il calabrone verde) , Dexter e Mad Max, Quella sporca dozzina e Dirty Harry, Terminator e Lady Vengeance ( Lady Vendetta) , Nick Manofredda e Lucas Davenport, Logan 5 e James “Logan” Howlett, V e Vic Mackey, Hartigan e Marv, Sherlock e Luther, Veronica Mars e Selina Kyle.

… per essere così cattivi da risultare buoni

Ogni eroe ha un suo codice d’onore, e malgrado tutte le malvagità che possono compiere, sono amati proprio quello.
Ciò che rende unico Evan è che, pur essendo una delle migliori spie governative al mondo, non ha mai lasciato che qualcosa intaccasse i suoi principi morali e questo perché è riuscito a non far mai spegnere la luce dentro di sé. E tutto questo grazie anche a Jack Johns, il suo addestratore, quasi un padre spirituale, che è riuscito a instillargli la saggezza racchiusa nel Decalogo delle spie.
Diciamo che, al contrario di Jason Bourne, Evan sa perfettamente chi è. Ha piena coscienza delle proprie capacità ed è conscio delle azioni compiute, anche di quelle malvagie. E sceglie comunque di agire avendo come scopo ultimo il bene.
Per me questo lo rende un personaggio irresistibile: pur dovendo agire nell’ombra in cui è costretto a stare, con il peso di dover sempre esser un outsider che guarda le cose da lontano, Evan ha la capacità di compiere del bene, di aiutare chi è talmente disperato da non saper più dove sbattere la testa. Ci vuole un lupo per tenere a bada un branco di lupi
E’ questa sua caratteristica che ha fatto sì che io provassi una profonda empatia con il personaggio. Evan si preoccupa di proteggere tutti coloro che stanno vivendo un tipo di vita che lui non potrà mai avere. In questo suo desiderio di normalità ha una sfumatura tragica.
Come vi sentireste voi se il vostro modo di vivere fosse allo stesso tempo la vostra maledizione e condanna?

ObjwLvXVIn Evan c’è anche qualcosa di Gregg?
Sì, certo, ma non dirò cosa!!

Quali sono, secondo te, i punti di forza di questo romanzo?
Non volevo che la formazione e il training di Evan risultassero la solita americanata da film , tanto per capirci, uno che per esempio acchiappa le mosche con delle bacchette.
Così, una volta che ho avuto ben chiaro come volevo fosse il personaggio di Evan, ho iniziato a fare ricerche, per mesi. Sono anche andato a Las Vegas a trovare uno dei miei consulenti, un cecchino e un armaiolo di fama mondiale che mi ha spiegato ogni singola caratteristica delle armi di cui parlo nel libro, dai fucili Benelli alle pistole Custom 1911. Mi sono allenato ( con scarsi risultati) nelle arti marziali, finendo parecchie volte con la faccia al tappeto. Ho parlato con persone che hanno condotto operazioni di cui si è parlato nei telegiornali,, che sono penetrati in territori ostili, anche sotto copertura, o che hanno combattuto nelle zone di guerra più calde del pianeta. Tutto questo per mostrare come un ragazzino di Baltimora, magrolino e impaurito,  potesse trasformarsi in Orphan X, una leggendaria figura dei servizi segreti.

Nella vita e nelle vicende di Evan Smoak entrano anche molti ritrovati tecnologici, alcuni molto particolari. Ma è solo fantascienza o ti sei ispirato a strumenti già esistenti? E come ti documenti in proposito?
Sono sempre aggiornato sulle novità tecnologiche. Spesso leggo di nuovi aggeggi scoperti in altri campi( medico, tecnologico etc) e se li trovo interessanti, allora li adatto alla mia storia e vedo come potrebbero tornare utili a una spia.

Sappiamo che dal tuo ultimo romanzo, Orphan X appunto, verrà tratta una trasposizione cinematografica. Ci puoi accennare ?
Sto proprio scrivendo l’adattamento per la Warner Bros e Bradley Cooper.. presto ci saranno novità.

Tu sei già molto famoso, e sei autore di numerosi best seller. Hai comunque avuto, o hai ancora, dei modelli letterari?E come ti senti pensando che tu stesso potresti essere un modello per qualcuno?

Ci sono molti autori che ammiro profondamente sebbene non li definisca i miei modelli.
Ogni autore, per essere un grande, deve avere la sua unica e particolare voce. Cercare di modellare la propria carriera letteraria su qualcun altro è un grosso errore.
Se io posso essere un modello per qualcuno? Quello che posso fare è solo incoraggiare gli aspiranti scrittori a trovare la loro unicità espressiva e rendermi disponibile a fare due chiacchiere in occasione di conferenze o incontri, dando suggerimenti su come muoversi in questo mondo.

Conosci e apprezzi qualche autore italiano?
I classici! Alle superiori ho seguito un corso su Dante e devo dire che ha cambiato il mio modo di vedere le cose: lui e Shakespeare hanno contribuito a gettare le basi della mia visione del mondo

Com’è davvero, in privato, un autore americano di best seller celebrato dalla critica mondiale?
Gioca molto a calcio e beve bourbon

L’Italia è stata spesso fonte di ispirazione per molti autori di thriller. Pensi anche tu di ambientare nel nostro Paese qualcuno dei tuoi prossimi libri?
Sono appena tornato da un viaggio in Italia, l’ennesimo. E’ la mia destinazione preferita, quindi, perché no, un giorno potrei decidere di ambientare qualcosa lì.

Gian Luca Antonio Lamborizio

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