Andrea Vitali dopo lunga e penosa malattia

Dopo lunga e penosa malattia è il secondo romanzo breve della raccolta “L’aria del lago” (Aragno) riscritto e ampliato da Andrea Vitali e ora pubblicato da Garzanti.
Il dottor Carlo Lonati viene svegliato nel cuore della notte da una telefonata della figlia del notaio Luciano Galimberti che lo prega di andare urgentemente a casa loro perché il padre sta male.
La casa è a pochi metri di distanza, quando il dottor Lonati arriva il notaio è già morto.
Piccoli indizi, tracce di scarpe bagnate sulla moquette di una casa dove tutti dicono di non essere usciti, odore di fritto solo nei capelli del morto incuriosiscono il medico.
Una pastiglia di trinitrina sottratta al Galimberti dal sapore stranamente dolciastro e l’annuncio mortuario che recita “dopo lunga e penosa malattia…” quando la morte è sopravvenuta in poche ore  insospettiscono il dottor Lonati, amico da decenni del morto. Dalla curiosità al sospetto e  all’improvvisarsi detective il passo è breve. 

Perché la rielaborazione del testo e non una ristampa tout court?
Perché dalla prima stesura erano passati una decina di anni e i difetti si vedevano…

Come hai proceduto tecnicamente a questa operazione?
Rileggendo ho cambiato le parti meno scritte bene, non ho cambiato il testo, ho solo migliorato la scrittura.

Avevi già fatto questa operazione con “Il segreto di Ortelia”, hai intenzione di farlo anche con “L’aria del lago” e “Zia Antonia sapeva di menta?”
Penso di si, non li ho mai più riletti.

“Dopo lunga e penosa malattia” è un romanzo giallo breve, hai intenzione di continuare a frequentare il genere?
Il libro è un giallo unicamente perché ho incontrato questa storia, se capita sì, ma non vado a cercare storie gialle.

Come riesci a conciliare la tua professione, le numerose presentazioni dei tuoi libri e la scrittura?
Lo faccio senza difficoltà, ho la fortuna di lavorare dove sono nato e cresciuto, ottimizzo i tempi. Per andare da casa mia all’ambulatorio impiego 3 minuti in macchina o 5 minuti a piedi, non ho tempi morti e ho spazio per scrivere. Anche mezz’ora e sufficiente quando si ha in mente cosa scrivere. Non mi piace viaggiare e per me le ferie sono stare a casa mia a leggere e scrivere. Per fare queste due cose trovo sempre il tempo.  

 
Quest’anno hai vinto il premio Hemingway e il premio Boccaccio, sei soddisfatto del bilancio o c’è qualcos’altro che desideri dal 2008?
Sono molto contento di questi riconoscimenti, l’unica cosa che desidero è poter scrivere con tranquillità fino alla fine dell’anno.

Quando uscirà “La mamma del sole” e che cosa stai scrivendo ora?
La mamma del sole uscirà più avanti,  è ambientato a Bellano nel 1933 in un mese di luglio particolarmente caldo durante la Crociera Aerea del Decennale in idrovolante, partita il 1 luglio da Orbetello e arrivata il 12 agosto a Chicago.
Sto scrivendo “Almeno il cappello” che tratta della fondazione inventata del Corpo Musicale Bellanese, collocata tra il 1924-1925 mentre in realtà pare che il Corpo sia stato fondato nel 1700.
Ho preso spunto dall’episodio della morte di uno dei suonatori che abitava in un paese vicino, il Maestro aveva incaricato un altro musicante di recarsi  a casa per porgere le condoglianze e tentare di recuperare la divisa da fare indossare al sostituto.
L’abito però era addosso al morto e il musicante, tornato a mani vuote, era stato redarguito dal maestro “Almeno il cappello potevi portarlo!”. Dovrebbe uscire nella primavera 2009.

Ambretta Sampietro

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