Che basti un attimo per distruggere quanto si è costruito in una vita intera, lo sa bene Daniele Donati. Imprenditore di successo, marito e padre presente, nel 2010, durante una serata di beneficenza, conosce un Ministro corrotto che lo convince a pagare una tangente in cambio dell’assegnazione di un progetto finalizzato alla riattivazione di una centrale atomica sul lago del Brasimone. Ma nel 2011 l’esito del referendum sul nucleare indetto dopo il disastro di Fukushima pone fine ai suoi sogni di gloria: i lavori vengono interrotti e l’uomo, non potendo più restituire il colossale prestito chiesto per finanziarli, finisce per perdere l’azienda e la casa. Non solo: costretto a rivelare la verità alla famiglia, viene lasciato dalla moglie e i figli gli voltano le spalle. Solo, senza più prospettive, ha un unico pensiero: vendicarsi di quel politico che ritiene responsabile delle sue disgrazie. Lo scontro è violento: tra colpi bassi e ricatti, a farne le spese sarà una delle persone più vicine all’imprenditore.
Vittima del sistema o folle irresponsabile: chi è davvero Daniele Donati? È questa la domanda su cui regge Il ventre della balena, scritto a quattro mani da Sergio Marchi e Gabriele Caproni. Un thriller psicologico ben congeniato dove trovano spazio anche elementi più caratteristici delle spy stories: il racconto crudo e potente di un viaggio nella disperazione, sospeso continuamente tra ragione e follia, che dietro di sé lascia solo vinti e nessun vincitore. Pagina dopo pagina, in un crescendo di suspense e colpi di scena, tra personaggi spietati e situazioni al limite, toccherà al lettore trovare la risposta a quella domanda. E alla fine sarà lui l’unico a decidere se condannare oppure assolvere Daniele Donati.
Il ventre della balena
Giulio Oliani