Il passato è un morto senza cadavere – Antonio Manzini



Antonio Manzini
Il passato è un morto senza cadavere
Sellerio
Compralo su Compralo su Amazon

“Il passato è un morto senza cadavere” di Antonio Manzini ci riporta in un mondo narrativo di cui l’autore ci elargisce ogni volta fedelmente le coordinate. Una Aosta in chiave crime che riverbera da un romanzo all’altro, complice la tessitura di vicende poliziesche che si muovono in sincrono con la fabula privata del suo protagonista.

In questo nuovo capitolo giallo, la vittima è un ciclista che colpisce il vicequestore Rocco Schiavone per la sua misteriosa ricchezza, per l’ordine rigoroso e il lusso asettico nella sua casa e per la sua tendenza a cambiare residenza, come se il terreno gli scottasse sotto i piedi. La ricerca di assassino e movente si svolge come sempre in modo generoso di indizi, di dettagli meritevoli di analisi e di elucubrazioni investigative a beneficio del lettore. Rocco Schiavone affonda i suoi ganci, verbali e no, contro quello che non gli torna o gli puzza di ingiustizia e per arrivare alla verità scava nel passato a più riprese con la sua squadra, fatta di poliziotti e amici, che stigmatizza con efficacia le virtù e le debolezze di una variegata umanità. 

Ma lo schiaffo personale arriva in questo romanzo dove il vicequestore meno se lo aspetta e lo colpisce in quello che anche la voce suadente di Marina lo costringe ad ammettere, oltre la morte. Un’altra donna che in qualche modo lo attrae, nonostante lui si arrocchi sullo stigma della sua forzata solitudine, è in pericolo. E se l’indagine sulla morte di Paolo Sanna gli fa raggiungere il decimo livello di rottura, questo imprevisto gli fa sfondare ogni tetto di sopportazione, facendo brillare la sua astuzia. 

Sino ad ora abbiamo parlato di un poliziotto di cui ci sembra di conoscere ogni sfumatura, anche grazie all’inevitabile riverbero delle capacità attoriali di Marco Giallini nella serie tv “Rocco Schiavone”. Se apriamo le pagine di un romanzo di Antonio Manzini, inoltre, è facile che la consuetudine a un mondo noto finisca per rendere la lettura un rituale. A latere dei crimini che cambiano sempre, alcuni aspetti, insomma, possono sembrarci familiari: dal caffè che Rocco prende al bar alla eterogenea fauna che identifica negli uomini. Sino alla cura che riserva a Lupa, il riflesso più commovente della solitudine e del bisogno d’amore da cui il ruvido personaggio è abitato.

Eppure, “Il passato è un morto senza cadavere”, che condensa richiami ad altri romanzi, “ELP”, ad esempio, è questo ma anche molto altro. Proprio nel momento in cui la mente del vicequestore si arrovella per dipanare la matassa dell’indagine del ciclista, a Rocco Schiavone arriva una stilettata personale che d’un tratto lo spinge a porsi domande su sé stesso e sul senso della Storia che non gli danno tregua. Ed è a questo punto di climax che il romano arrabbiato e il poliziotto si alleano, restituendoci l’uomo in un commosso finale, per nulla scontato.

Monica Sommacampagna

Potrebbero interessarti anche...