L’anziano (e romantico) vedovo Warren Ackerman muore improvvisamente, al “Coconut Grove”, la casa di riposo in cui viveva in Florida. Tutto fa pensare ad una morte naturale però, nella sorpresa generale, la sua fidanzata novantenne, Daphne St. Claire, confessa di averlo ucciso, seminando lo sgomento tra quanti la conoscevano – credevano di conoscerla – da una vita e, soprattutto, nei suoi familiari: le splendide e, in apparenza, fatue figlie gemelle ormai sessantenni con i rispettivi nuclei di formazione.
Ma non è tutto. Daphne decide che è giunta l’ora di confessare una lunga serie di omicidi precedenti e decide di farlo attraverso un podcast, come quelli che appassionano la sua nipote preferita dodicenne.
Per fare un podcast però serve la collaborazione di qualcuno del settore e la scelta ricade su Ruth, giovane freelance che cerca di farsi largo nel mondo della comunicazione, di gestire l’ansia e i tanti conti aperti con il passato. Ruth sa che Daphne può essere la sua grande occasione, non solo dal punto di vista lavorativo…
Ma chi è veramente Daphne St. Claire? E, nel suo lungo confronto-scontro con Ruth, chi tiene davvero in pugno chi?
L’intervista, mentre affronta le varie fasi della lunga vita di Daphne -e i delitti via via commessi -, racconta anche i cambiamenti sociali dell’America del Novecento e porta a fare il confronto tra la condizione delle donne di diverse generazioni. E, tra aperture e brusche marce in dietro, finisce per assomigliare a una sfida tra le due protagoniste, una caccia del gatto al topo, in cui i ruoli si scambiano spesso.
Vittima delle circostanze e di un sistema oppressivo o astuta manipolatrice e spietata assassina? Daphne St. Claire rimane un personaggio enigmatico che lascia aperti nel lettore tanti interrogativi.
Un “debutto con il botto” quello di Mackenzie Common, avvocato internazionalista statunitense naturalizzato canadese, che ci regala un intreccio stuzzicante, non solo per l’indiscusso fascino di Daphne St. Claire, la “villain” (ma siamo proprio sicuri che siano così tanto più “buone” di lei le altre donne della storia?) ma anche per il ritmo incalzante della narrazione che sa far nascere nel lettore il desiderio, quasi il bisogno, di conoscere il seguito della storia…
Seducente.