Harry Potter non morirà. Grazie ad un curioso escamotage l’autrice non solo non fa morire il protagonista, ma regala un classico lieto fine dopo una lotta conclusiva decisamente trascinante.
Nella lotta finale Harry è pronto ad offrirsi in sacrificio a Voldemort. L’antagonista lo colpisce a morte, ma Harry cade solo in un limbo temporaneo. L’escamotage è stato preparato dalla Rowling in un episodio del quarto libro: per ritornare in vita Voldemort aveva prelevato del sangue dal corpo di Harry, per questo così come Harry ha una piccola parte dell’anima di Voldemort nella sua cicatrice, anche Voldemort ha una piccola parte di Harry, che non morirà totalmente fino a quando non morirà anche lui. Nel limbo Silente offre ad Harry due possibilità; o godere della pace eterna, o affrontare nuovamente Voldemort. Dopo la lotta, che trova il suo significato nei segreti che saranno svelati da Silente, Harry riuscirà a vincere e sopravvivere, pur portando con sé la cicatrice.
Molti anni dopo la Rowling parla di un Harry papà di tre figli. I figli di Harry salgono sul treno dove prendono posti anche Hugo e Rose, figli del suo grande amico Ron e di Hermione. Vanno tutti a frequentare la scuola che fa da teatro alla saga.
Harry li saluta e poi con un gesto meccanico si tocca la cicatrice sulla fronte che gli lasciò lord Voldemort quando cercò di ucciderlo nella culla. «The scar had not pained Harry for nineteen years. All was well»: la cicatrice non aveva fatto male a Harry per 19 anni.