Con Gli accordi di Stradivari Marco Ghizzoni ritorna nella sua Cremona per regalarci un arruffato caso da risolvere, legato stavolta a uno degli enti più famosi della città: il Museo del violino. Per chi non sapesse, al Museo del Violino è possibile incontrare ben cinque secoli di liuteria cremonese seguendo un preciso tracciato di equilibrata arte e artigianalità, creatività e tradizione che dalle botteghe tardo rinascimentali arriva fino ad oggi. Nel Museo del violino si ammirano infatti le straordinarie opere o meglio i capolavori dei grandi Maestri (vedi Amati, Stradivari, Guarneri ) mentre moderne installazioni multimediali e un corposo corredo di documenti consentono di realizzare un suggestivo percorso dove strumenti, suoni e immagini sanno regalare forma a storia, sogni ed emozioni. Ma oggi Cremona, città da secoli culla di violini e di liutai, è sotto choc: lo Stradivari Conte De Fontana del 1702, un violino di inestimabile valore, è scomparso. Oddio a dirla tutta, però, la faccenda pare abbastanza ingarbugliata. Detto favoloso violino infatti, che era stato preso dalla sua teca per essere suonato a teatro (a Cremona si può assistere a concerti ed audizioni eseguiti con strumenti originali), tornato felicemente indietro nella sua custodia non è mai stato però rimesso a posto. Il custode del museo, noto scansafatiche e divoratore di Kit Kat ,infatti, ha preferito farsi una bella dormita prima dell’arrivo dei primi visitatori mattutini invece di precipitarsi a mettere in sicurezza lo strumento! E poi un violino così! Insomma, quante persone sono in grado di individuarlo, di riconoscerne l’incalcolabile valore a primo acchito o almeno valutarne la qualità artistica, l’eccezionale limpidezza del suono, croce e delizia di ogni appassionato musicofilo? Lo sa bene anche Peter van Basten, giovane liutaio olandese, che si è trasferito a Cremona per migliorare la sua abilità di costruttore di strumenti. Dal suo arrivo è stato messo abbastanza sotto tiro. Tanto per cominciare da un collega geloso del mestiere, tale Vincenzo Spadolini, ma anche del commissario Valentina Raffa, vittima di una recente delusione d’amore e da un po’ di tempo a corto di corteggiatori (anche perché ignora i sentimenti del suo fedele ispettore, Tranquillo). Dicevamo una faccenda ingarbugliata e una brutta gatta da pelare proprio per il commissario Valentina Raffa, giovane poliziotta sexy e da sempre sotto pressione per le battutine e le goffe avances del suo capo, il questore De Paoli Ambrosis. Sissignori perché, se non bastasse, c’è in aria anche una specie di flirt a divenire, proprio con lo sbadato liutaio olandese, Peter van Basten. Per sua fortuna, con il furto in corso, il commissario Valentina Raffa è troppo impegnata: c’è in gioco l’immagine della città e, soprattutto, la sua reputazione. Cremona è una piccola e tranquilla città di provincia, dove tutti si conoscono e s’incontrano ogni giorno al bar per prendere un caffè, bere un aperitivo e spettegolare. Marco Ghizzoni ne approfitta per mettere in scena una buffa commedia tinta di giallo, dando vita a tutta una macchiettistica serie di personaggi. Nonostante il costante e paziente aiuto del collega, l’ispettore Davide Tranquillo, per il commissario « Raffa» il caso si fa sempre più complicato obbligandola a giostrare con un violino che va e viene come un fantasma, tra colpi di scena, paradossi grotteschi, imprevisti, ricatti, foto pericolose, inseguimenti e vendette… La trama de Gli accordi di stradivari di Ghizzoni che si snoda piacevolmente con tanti colpevoli o potenziali colpevoli, mantiene sempre tuttavia un tono rilassante, a tratti persino goliardico. Un giallo senza omicidi ma astrusi tentativi di truffa, e presto i lettori si renderanno conto che definire cos’è un “ladro” in quello strano mondo di liutai e propaggini non è semplice. D’altronde, anche stavolta, come nei romanzi precedenti, i personaggi di Ghizzoni, sono vittime dei loro difetti e delle loro debolezze: ma a conti fatti, anche i “cattivi” che si lasciano fuorviare persino dalle stupidaggini sembrano cattivi a fatica mentre i “buoni” invece mostrano dei difettucci decisamente molto umani. Per cui se gli accordi di Stradivari suonano illegalità da tutti i pori della loro perfetta cassa armonica, pare difficile che la giustizia venga perseguita a ogni costo…
Gli accordi di Stradivari
Patrizia Debicke