Dovessimo trovare una motivazione per giustificare il grande successo dei romanzi di Gabriella Genisi, riferito alla sua commissaria Lolita Lobosco che in tivù ha il volto bellissimo di Luisa Ranieri, citeremmo senza dubbio la semplicità. L’assenza di trame artefatte che appaiono inverosimili, per il puro piacere di stupire il lettore; quel calore di sentimenti autentici che trasuda dalle pagine e ci fa sentire sempre un pochino a casa. La realtà è di per sé spietata ma lineare, non necessita di effetti speciali per essere esasperata, quanto piuttosto di maestria nel portarla su carta.
Detto questo, non resterà deluso il pubblico di Lolita Lobosco, perché se è vero che nel nuovo romanzo Giochi di ruolo (Marsilio Editore, maggio 2024) lei non è protagonista, interverrà nell’indagine, catapultandosi sulla scena e offrire il suo aiuto.
Creando una sorta di spin off, Gabriella Genisi dà più ampio respiro a un personaggio che ha affiancato Lolita, rendendolo protagonista a sua volta, uscendo così dal cliché che hanno gli scrittori seriali e provando a cimentarsi nei panni di un soggetto maschile. Un processo che sviluppa la creatività e porta ad alzare sempre più l’asticella.
Ebbene sì, si tratta di Giancarlo Caruso! Il fidanzato di Lolita e compagno di precedenti avventure. Il vicequestore siciliano che dopo il fallimento della loro relazione (dopo il trasferimento a Padova e un anno sabbatico trascorso in Puglia) ha accettato l’incarico di primo dirigente presso il commissariato di Manfredonia, in provincia di Foggia. Pur di stare lontano da Lolì, che ancora ama, si è trasferito in una zona tanto bella quanto pericolosa. Perché quella provincia è in mano alla criminalità organizzata, che non perdona il minimo sgarro. E deve stare attento Caruso, alle vendette! Lui, particolarmente sensibile al fascino femminile, potrebbe avere pestato i piedi a qualcuno, dato che ha l’abitudine di imbarcarsi in storie che non portano a niente di concreto, ma fanno solo rumore. Complice il fatto che nessuna è Lolita Lobosco, la femmina che gli si è insinuata nella testa, per una sorta di complicità indissolubile, con la quale resterà amico per sempre.
Ma ecco che distratto da altri eventi paralleli, che il lettore amerà scoprire da sé, per Caruso arriva il caso complicato. A Siponto, località balneare frazione di Manfredonia, in un villino sul mare viene trovato il cadavere di un uomo seduto in poltrona, con una siringa di Fentanyl ancora conficcata nel braccio. La sua compagna assicura Caruso che non era un drogato, cosicché, indagando meglio, si scopre che quella che poteva essere ritenuta un’overdose è in realtà un omicidio.
Una vicenda che porta nel mondo originale (nonché geniale!) dei giochi di ruolo, una tipologia ludica a metà tra i giochi da tavolo e le rappresentazioni teatrali. Se cito The big bang theory sarà più chiaro a tutti. Sheldon Cooper e i suoi amici, che trascorrevano intere giornate chiusi in casa a impersonare supereroi con spade, mantelli e quant’altro, cercando di fronteggiare le più temibili insidie nei panni di soggetti vincenti, sembra essere l’esempio lampante. Solo che nel romanzo della Genisi si scopre che anche in Italia, a partire dagli anni ottanta dello scorso secolo, questo tipo di gioco ha preso piede, con tutta una cerchia di cultori e negozi specializzati, soprattutto a Bologna.
E sarà proprio nel capoluogo emiliano che, dopo tanto indagare, avverrà la resa dei conti.
Un viaggio nel passato della vittima che qui ha abitato per anni, prima di trasferirsi in Puglia, che Giancarlo Caruso non dovrà affrontare di certo da solo.
Data l’alchimia perfetta che si raggiunge ogni volta che in scena arriva Lolita, si vorrebbe che la parte finale durasse di più. In questa storia piacevole, che davvero appassiona.
Le premesse per un ritorno ci sono: non resta che aspettare.