“In realtŕ, l’unica attenuante della suicida, di fronte alla giustizia divina, era il suo istinto di ribellione al destino che la madre, donna Pequenina, aveva scelto per lei. In tutte le generazioni dei Nogueira, una delle figlie era predestinata al nubilato e ad assistere la madre nella vecchiaia. Alla prescelta veniva negato ogni simbolo di femminilitŕ e nessuno poteva farle omaggio di un complimento, un braccialetto, un paio di orecchini, una boccetta di profumo.”
Questa la sorte futura destinata all’anima ribelle di Maria das Graças. Eppure solo l’amore per la scrittura le permise di salvarsi da quella prigione giŕ annunciata: “Ma il vicario scorse la ribellione nel luccichio dei suoi occhi. Era di quelle che preferisco scrivere piuttosto che essere felici”. Il gas fu l’ultimo gesto di una vita soffocata e un grande pacco di carta scura coperto di francobolli.
Un documento di vita che lega generazioni di donne con lo stesso sangue, carattere e destino: “Mariana esitava ad aprire i quaderni e leggere i primi paragrafi, scritti con grafia piccola e compatta. Temeva di ritrovarsi in quelle frasi, di vedere i suoi dubbi registrati, cinquant’anni prima, da una donna del suo stesso sangue e temperamento, perché anche lei era stata allevata per essere la figlia zitella di sua madre.”
Ma ancora una volta l’audacia e l’intelligenza di una donna prevalsero. Mariana, laureata in legge diviene un’ottima avvocatessa e si sposa con Bento Assunçao, ultimo discendente di una famiglia di armatori, seppellendo in un cassetto, ma mai nel cuore, l’amore per Vasco, giovane “ribelle” politico, sconfitto dalla tortura istituzionalizzata e gettato da un aereo nel mare della baia di Sepetiba. “Mariana aveva la sensazione che lui fosse deposto in lei come la spuma sull’onda, come la rugiada sul fiore; e quel sentimento era cosě forte che, anche dopo essersi convinta della sua morte, gli parlava ancora a bassa voce, nelle notti di nostalgia.”
Mariana che per amore di Leonor, sorella minore a cui tutto č sempre stato permesso e sposa diabolica e infelice “sposata per vanitŕ e perché non ne poteva piů delle insinuazioni si sua madre che, ogni giorno, le ricordava che aveva venticinque anni suonati” si improvvisa difensore “disposto” a tutto, come se l’unica certezza della famiglia dalle “buone maniere” fosse un dilemma violento “uccidere o morire”.
Un omicidio diventato inno disperato alla libertŕ sottratta quotidianamente e una causa di famiglia si risolvono solo nelle ultime pagine di questo breve romanzo che vuole essere sfogo e testimonianza di donne divorate dal bisogno di esprimersi per uscire dall’idea folle che “solo il matrimonio o la morte” lavano l’onore di una donna smarrita.
Una scrittura cristallina , rapida “come un fiammifero che si spegne”, preziosa come “una collana di smeraldi”, gioiello delle donne belle della famiglia che portň infelicitŕ , odio e gloria nefasta.