Ecco la soluzione dell’enigma creato in esclusiva per noi da Gianluca Morozzi e Guanda.
Domattina pubblicheremo i nomi dei 5 vincitori che riceveranno una copia autografata in un’edizione fuori commercio del nuovo libro di Gianluca Morozzi ” Lo specchio nero”
Il gatto, il cantante e il plettro portafortuna
L’indizio
Un indizio sposta l’attenzione dal suicidio all’omicidio.
Se, come dicono i testimoni, Marcus Novaresi era solito cambiare le sue stesse canzoni rimanendo sul divano del camerino, con lo stereo al lato opposto, allora lo stereo doveva avere un telecomando. Che non viene trovato, sul luogo del delitto… e infatti, come attesta l’impronta insanguinata, Aurelio Doni ha spento la musica manualmente. Una persona deve aver portato via quel telecomando, e aver alzato a dismisura il volume dall’esterno per attirare l’attenzione dei presenti, in modo che ci fosse qualcuno disposto a giurare che la porta era chiusa dall’esterno.
Il colpevole
Il colpevole è Aurelio Doni. Che era innamorato della musica di Marcus Novaresi… così tanto da volere che vivesse anche a discapito del suo creatore. Il quale, ormai ingestibile, stava boicottando la propria stessa arte.
Aurelio Doni e Marcus Novaresi, in segreto, avevano ordito un piano per rilanciare l’interesse intorno al fallimentare tour: un tentato suicidio prima di un concerto, con una quantità di pillole considerevole ma non mortale. Il gatto appeso nel vuoto era un bel tocco decorativo a tutto questo… nel mondo dei social, i gatti attirano l’attenzione collettiva più di ogni altra cosa. Così, d’accordo con il manager, Marcus aveva ingerito le pillole e legato il micio, che miagolava disperato più per la paura che per il dolore.
Aurelio Doni, di nascosto, aveva portato via il telecomando.
Marcus aveva chiuso la porta dall’interno e spento la luce, come ordinato da Aurelio. Poi, mentre il gatto si agitava nell’aria, si era addormentato.
Da fuori, nei tempi giusti, Aurelio Doni aveva alzato il volume per attirare l’attenzione dei fratelli Prendiparte. Dentro il camerino, lo sapeva, avrebbe trovato la luce spenta: e si sarebbe precipitato subito su Marcus, mentre i due musicisti, una volta accesa la luce, sarebbero stati distratti dal gatto a mezz’aria.
Curvo sul cantante privo di sensi, coprendo la visuale ai Prendiparte con il proprio corpo, Aurelio gli aveva piantato il plettro di ferro nella carotide con la scusa di verificarne le condizioni. Un eventuale rantolo di morte sarebbe stato coperto dalla musica altissima, che Aurelio Doni avrebbe spento subito dopo.
Quell’inspiegabile suicidio – con tanto di gatto – avrebbe rilanciato il nome di Marcus Novaresi, fatto vendere i suoi dischi e mantenuto viva la sua musica.
Che era l’unica cosa che Aurelio Doni, alla fine, voleva.