Una nuova serie legata al mondo dell’arte, con una protagonista molto speciale e l’incantevole scenario dell’entroterra ligure. Ma con forse anche un neo una puntina, anzi oibò, mi pare una “puntona” di giallo che però poi a conti fatti si rivelerà spunto, indizio e infine ebbene sì, perno focale di tutta la storia.
Ora noi guardiamo al giallo come il colore dell’allegria, della felicità e della fantasia, del sole e dell’oro. Si dice che chi preferisce il giallo sia estroverso, entusiasta della vita, si infervori, facilmente teso al cambiamento, alla ricerca del nuovo e alla liberazione dagli schemi. Insomma il giallo sarebbe un colore caldo, gaio, tonico, dinamico, creativo che mentalmente rimanda al sole. Così lo vedevano i pittori e così l’utilizzavano, assegnandogli proprio la straordinaria luminosa radiosità della luce solare. Poi nel Medioevo invece zac si cambiò strada e si cominciò ad adoperare l’oro. Una concorrenza sleale per il nostro povero giallo, bruciato alla partenza. Bella forza, mentre quello (l’oro) brilla di linfa divina, il nostro povero giallo si ritrova di botto là, smorto, insomma a richiamare le foglie d’autunno, l’erba secca, e sissignori l’itterizia. Dal quel momento, ohinoi , con un colpo di bacchetta stregata il colore del guardaroba dei cattivi della storia si trasforma in quello che tutti gli antichi pittori hanno usato per Giuda Iscariota il più grande traditore della storia. E prendendo l’idea a prestito dall’arte da quel momento il giallo diventerà il colore della gelosia, della falsità e della truffa…
Una bella e compiuta sintesi esplicativa proposta dalla nuova anticonformista protagonista della storia, Edna Silvera, cinquantasette anni, scapola, storica dell’arte, restauratrice di talento e geniale professoressa, attualmente impegnata fino al collo in una sua privata ricerca su certi onirici particolari della pittura di Bosch.
Edna, figlia unica, deve confrontarsi e tenere a bada una stravagante madre ottantenne, Zara Guglielmi, collaudata scacciatrice di badanti che fa fuori una dietro l’altra, e la costringe, per sostituirle provvisoriamente, a reclutare a caro prezzo Ottavio, vicino di casa e amico sanguisuga. Stimatissimo musicologo, critico musicale e appassionato collezionista, Ottavio Battiston, personaggio che stamattina, mannaggia al malumore, visto di schiena, larga come una colonna fasciata di sfavillante seta dorata, sarebbe da paragonare a un mastodontico gianduiotto.
Edna abita altrove, all’aria pura. Dopo aver girato il mondo per trent’anni è tornata a cercare la pace il Liguria e si è istallata in una villetta a Chiavari con il viziato e pigro gatto Cagliostro , con fuori il pollaio con le sue sette galline, che adorano la musica anni settanta e hanno tutte nomi da dive stagionatissime del cinema (vedi Garbo, Marilyn, Bette Davis, la rossa Rita Hayworth). Considerata un luminare nel suo campo, dopo aver gratificato, a ragione, con un “coglione maschilista” un collega e dato le dimissioni da ben due cattedre, si è rissosamente tirata fuori l’anno prima dall’Università, con la quale tuttavia mantiene un forzosa collaborazione, fatta di seminari e conferenze, perché il vicerettore Edoardo Schiaffino sostiene che “ lei è il genio dell’ audience”. Tutto per colpa del loro vecchio flirt morto ai rispettivi vent’anni. Infatti Schiaffino, oggi una specie di maturo Pierce Brosnan, nonostante sia convolato a nozze con un’altra di ben vent’anni più giovane, di recente pare si sia attivato in un nostalgico pseudo corteggiamento. E visto che chi conosce Edna sa che se si tratta di barcamenarsi forzosamente per sua madre o di fare valere i suoi argomenti con altezzosi baroni universitari, non si tira certo indietro. Insomma, a conti fatti con gli amici abbaia, abbaia ma non morde. Anche se questo le complica per forza la vita e peggio.
Tanto che Edna per pura debolezza, pressata e circuita da Schiaffino, accetterà la penitenza di intervenire a una dantesca conferenza a Siestri, borgo abbandonato dell’entroterra ligure abbarbicato ai colli.
E lei che per cercare pace e serenità è andata a vivere in un buco in culo al mondo, sarà invece costretta ad accettare l’imprevisto, la sorpresa, insomma, tra capo e collo dell’arrivo del nuovo giovane vicino, munito di rombante moto larga quasi come una portaerei, nuovo affittuario dell’ex villetta dei Dodero, disabitata da almeno due anni. Nonostante quindi un catastrofico primo impatto con tentativo da parte del centauro di abbattere siepe e pollaio, falciando terrorizzate galline, seguito da rapidissime educate scuse, presentazione. Edna non è più sola. Ciò nondimeno il successivo incontro con accurata e ben fatta aggiustatura delle tavole del pollaio, oltre ad allargare la conoscenza tra loro due, chiarirà che Edna beh è la grande scienziata come sopra. Ma e soprattutto che Leonardo oltre a essere una specie di adone di un metro e novanta, una specie di superman ingegnere informatico, in grado quasi solo con il pensiero di riparare il suo vecchio e capriccioso computer in panne, è anche un bravo cuoco. E la carbonara che le offrirà sarà l’avvio di un ottimo rapporto di vicinato.
Una spinta persino per affrontare il giorno dopo il purgatorio, in senso pratico e letterario, della dantesca salita per arrivare al borgo diruto di Siestri. Di là, grazie l’amabile e utile accoglienza della rotondetta Orietta Repetto, assessora al Turismo e spettacolo del Comune anche lei coinvolta a forza nell’evento, saprà che la conferenza sarà tenuta giù, a Gattorna. Ragion per cui in macchina, sotto un uragano torrenziale, si accoderà (di penna dell’autrice) a «la Panda dell’assessora che raddrizza le curve come se al posto dell’airbag avesse schiere di angeli custodi».
Insomma, è evidente, una giornata in punizione bella e buona, coronata da un grosso ramo d’albero infilato in un semiasse dell’auto di Edna che la costringe a una sosta e a entrare nel negozio più vicino – la bottega di un antiquario/robivecchi – per chiedere aiuto. Poi là, mentre lei nota il dettaglio di un’antica tavola di legno che a occhio, sotto un moderno strato di pittura, potrebbe nascondere qualcosa di prezioso, messa con noncuranza di traverso su uno scaffale e la fotografa, l’assessora scopre dietro una tenda il cadavere del proprietario riverso a terra, con le braghe calate e le pudende al vento.
La polizia chiamata sul luogo del delitto le sente entrambe, a lungo, come testimoni… Poi comincia a frugare nel telefono della vittima, tra le sue conoscenze, i suoi appuntamenti… Sente i vicini, annota indizi, particolari… Indaga in lungo e largo. Dall’autopsia emergerà che la vittima è stata attaccata e probabilmente finita con un mortale colpo alla nuca…
Ma il dubbio che rode invece Edna sulla tavola intravista sullo scaffale, la costringe a improvvisare. Con la complicità dell’assessora torna sul posto, fa una prova sul colore della tavola e raggiunge la certezza di avere davanti a sé un dipinto del 400.
A quel punto da proba cittadina va a autodenunciarsi o quasi alla polizia. Il procuratore Jacopo Bassi, uomo tutto d’un pezzo, si vede costretto a far capriole per non sbattere il galera una persona come la professoressa che, sia pur munita di un alibi blindato, ha svolazzato allegramente tra l’intralcio alla giustizia e l’occultamento di prove, poi seguiti da un mezzo ricatto. Ma, non è stupido e avendo fiutato un caso che puzza assai, passa, accetta e s’imbarca in una complessa indagine del tutto fuori dal coro, perché ben presto la forma di accordo raggiunta con la nostra Edna richiederà la collaborazione in veste di consulenti a tutto tondo, di Leonardo con le sue ingegneristiche computeristiche magiche movenze, della mente fina dell’assessora, e persino dell’apertura e le conoscenze di Ottavio. Ma i balzi mnemonici di Edna che rimandano alle italiche razzie hitleriane di capolavori, faranno saltare fuori anche più recenti imbrogli da paura, strettamente legati al mercato dell’Arte. E comunque con il mistero a fare da contraltare, le menti in pista non sono mai troppe.
Personaggi che si alternano in scena coinvolti allegramente in un gustoso e vorticoso carosello. Valeria non si smentisce neppure stavolta e, scatenata come d’abitudine, divaga in lungo e largo sul tema: arte, servendoci sul piatto d’argento mille particolari colti e contemporaneamente intriganti sfiziosi. Beh che aspettate allora su forza comprate il libro e cominciate a leggere. Andate , andate e poi mi direte. Intanto segnalo come bocconcino da aperitivo per farvi scattare l’appetito: il suo Maria influencer di Dio che, pur ripreso dal papa Bergoglio, da solo merita un applauso