Parlando di Svizzera mi viene sempre in mente l’ Eterno Friedrich Durrenmat che scelse di scappare del tutto da un paese giudicato “claustrofobico”, “uggioso“, “tedioso“, quasi a ruota del suo apoftegma per cui “se la Svizzera è limitata (…) ciò non vuol dire che sia limitato anch’io“. Anche se poi ci ha regalato capolavori () ambientati proprio in Svizzera, mi vengono in mente i romanzi col mitico ispettore Barlach e il giovane agente Tschanz. Penso a Patricia Highsmith, poetessa dell’ angoscia, morta all’ ospedale di Locarno il 5 febbraio 1995, sepolta al cimitero della chiesa di Aurigeno (Canton Ticino), penso a Georges Simenon che muore alle 3.30 del mattino di lunedì 4 settembre del 1989 a Losanna (Città amatissima), e cremato, le ceneri disperse nel giardino di casa.Ora il ticinese Andrea Fazioli (nato nel 1978, vive a Bellinzona) con “Chi muore si rivede” ci regala un polar avvincente ambientato in Ticino, tra Lugano, Bellinzona, Locarno, per spingersi fino a Zurigo, una Zurigo stralunata in piena Streetparade.
C’ è un morto ammazzato nel centro di Lugano. Un misterioso collier di diamanti, una famiglia piena di segreti, un investigatore privato fascinoso, Elia Contini, che abita in una collina fuori dal paese di Corvesco, una manciata di case sparpagliate tra i boschi, tra una macchia di castagni, ama le bistecche, il vino rosso, il formaggio, senza disdegnare le pizze surgelate, ama i dischi con le vecchie canzoni francesi, e ha un gatto sempre affamato che gli fa compagnia. Di cotorno la borghesia ticinese, la “movida” tra locali e ristoranti alla moda, un affascinante ragazza di origini francesi, Francesca Besson, un killer imprevedibile, con colpi di scena avvincenti che ne fanno un romanzo seducente.
Chi muore si rivede
davide fent