Cesare il conquistatore



Franco Forte
Cesare il conquistatore
Mondadori
Compralo su Compralo su Amazon

Giulio Cesare non è stato ucciso alle Idi di marzo. Il dittatore romano, stanco della sua vita colma di intrighi, di corruzione e di continui conflitti con i senatori della Curia, avvalendosi dell’aiuto di Bruto e della complicità di Marc’Antonio, ha architettato la propria morte. Dopo il suo funerale è scomparso, ha assunto il comando della Legio Cesaris fatta di veterani a lui fedeli e si è imbarcato verso i ricchi ma gelidi regni degli dei del nord, diretto alla mitica isola di Thule, per affrontare con le creature che governano il segreto dell’immortalità e strapparglielo con la forza.
Lo scontro epico, che lo ha visto impegnato insieme a Cicerone, Bruto, Spartaco, Cassio Longino, anche loro redivivi, e altri donne e uomini che l’hanno seguito nell’impresa, si è risolto in una tragica sconfitta che ha quasi il sapore della beffa. Ed è sfuggito per un soffio alle trame di Servio Primicerio, il feroce sicario messo sulle tracce da Marcantonio che ha deciso di tradirlo. Ma Giulio Cesare non è certo uomo da arrendersi, però ora deve muoversi con prudenza e percorrere un’altra strada, molto più difficile perché sa che l’unico modo che ha per ottenere il segreto della vita eterna è scendere nell’Averno, il regno delle tenebre, e tuffarsi nelle acque del fiume Stige, che rendono gli uomini immortali. Secondo le tradizioni, tramandate dagli antichi testi, lo Stige non sarebbe altro che il primitivo nome di un sacro fiume celato nel grande lago alle sorgenti del Nilo. Ma come raggiungerlo? Comparando la leggenda di Menayet la barca di vita di Ra che si trasforma in Mesaket, la borca di morte di Atun, Giulio Cesare è convinto di trovare lo Stige e di rubare il segreto dell’eterna giovinezza a Plutone. Decide così di intraprendere, con la preziosa guida di Cleopatra, la affascinante regina egiziana trentanovenne, non ancora vinta dai suoi nemici, una difficile spedizione a bordo di fragile navi di papiro per risalire le acque e le cataratte del grande fiume. Poi, dopo avere trovato la sacra barca di Cheope e scoperto l’accesso all’Averno, riuscire a  superare le terribili creature messe a guardia del regno degli inferi e immergersi nello Stige.
Alessandria, 1 agosto anno 30 a.C. Nella fase finale dell’aspra guerra civile romana   (dal 44 a.C. al 30 a.C.), con da un lato Marco Antonio, il migliore generale di Cesare, e dall’altro Ottaviano, il suo legittimo erede,  le truppe di Marco Antonio provate dalle diserzioni, stanno per essere annientate da quelle di Ottaviano… Con la morte di Marc’Antonio, solo Cleopatra si erge fragile baluardo contro lo strapotere romano in Egitto. Per lei il futuro sembra parlare solo di morte ma Cesare, troverà il modo di salvarla e farsela alleata. E, partendo da Alessandria d’Egitto con lei, Cicerone, Spartaco e Bruto  (oltre a una folta schiera di legionari e di schiavi nubiani) si avventura sul Nilo, con per meta il sud del regno e il territorio dei Kush. Qui lo attendono le terribili insidie della navigazione costellate da cruenti agguati e scontri mortali con i guerrieri indigeni, mentre coccodrilli, leoni e ippopotami mietono vittime tra i suoi legionari, piagati dalle  punture degli insetti e dalle malattie. E quando finalmente raggiungerà l’agognata meta, l’erebo o la porta degli inferi, dovrà affrontare delle creature demoniache quali Caronte e il Cerbero. Un lugubre scenario infernale, degno delle peggiori bolge dantesche. Nessuna speranza spetta a coloro che mettono piede nell’Averno poiché Plutone è una crudele divinità e coloro che vivono nel suo regno sono dannati per l’eternità. Ma Cesare, che non teme il castigo celeste, si considera pari o simile a un dio e ha solo uno scopo, raggiungere l’immortalità per tornare a Roma, fare piazza pulita dei suoi nemici e regnare.                                                                                                             Franco Forte per il suo nuovo, secondo e coinvolgente capitolo dell’epica, spettacolare e mitologica saga di Gaio Giulio Cesare, il grande condottiero romano, ci regala uno scenario del tutto diverso dal primo. Dal freddo glaciale dell’inverno senza fine di Cesare l’immortale ci trasporta al bollente e bruciante ardore del deserto egizio, per avventurarci insieme a lui in aspri territori inadatti alla vita umana, oltre i confini del mondo conosciuto, là dove gli uomini s’incontrano con gli dei.
Come in Cesare ai confini del mondo anche in Cesare il conquistatore Franco Forte, pur avvalendosi di fatti suffragati da una impeccabile documentazione storica, si è divertito a creare una straordinaria fantastoria con per protagonista uno dei più famosi personaggi della antichità. Poi, sbizzarrendosi e servendosi a piene mani di leggendari elementi mitologici romani greci ed egiziani, l’ha portata avanti e con la sua grande tecnica di narratore e l’ha inserita con disinvoltura nella storia reale. Una plausibilissima ucronia? Senz’altro molto godibile. Alla prossima?

 

 

Patrizia Debicke

Potrebbero interessarti anche...