«I miracoli accadono sempre, oggi o domani possono accadere. I miracoli accadono sempre, quando ti capitano, però li devi vedere»: sono i versi di C. Bruhn e G. Loose citati nell’esergo. Che ci forniscono la chiave di lettura del romanzo di Elke Pistor e ci introducono in un’atmosfera magica, adeguata al clima prenatalizio di questi giorni.
In realtà, la vita di Annemie Engel non ha nulla di magico. Sessantatré anni, nubile, pasticciera delusa dalla vita, un’esistenza metodica e noiosa trascorsa in una solitudine rallegrata dalla sola presenza del gatto Belmondo, Annemie non ama i cambiamenti e le relazione con gli estranei, con cui è Harald, il fratello minore, a mantenere i contatti: è lui, infatti, che si occupa di vendere, in un mercatino, i dolci prodotti dalla sorella, secondo le ricette della tradizione affinate negli anni. Annemie non è al corrente nemmeno del guadagno effettivo: ogni mese è sempre lui a versare sul suo conto bancario una rendita che le permette di vivere.
Le relazioni tra i due sono tutt’altro che cordiali e impostate all’affetto fraterno. Annemie, che ha rinunciato a tutto per accudire Harald dopo la morte dei genitori, ha troncato ogni relazione con lui, dopo che è stato arrestato per una rapina compiuta insieme ad altri due complici.
La routine settimanale di Annemie (lunedì, mercoledì e venerdì: vestaglia azzurra; martedì, giovedì e sabato: color crema; la domenica quella verde tiglio con le rose tutta balze e fronzoli; colazione con una fetta e mezza di pane cosparsa di marmellata di ciliegie: lunedì, mercoledì e venerdì; di fragole martedì, giovedì e sabato; di mele cotogne la domenica; anni di vita da reclusa senza mai uscire o utilizzare le stanze del piano superiore, dove sono gelosamente custoditi ricordi e cimeli di un’altra vita) viene improvvisamente interrotta. Harald è in ritardo con il ritiro dei dolcetti natalizi che lei ha preparato con perizia, quasi «a occhi chiusi», e arriva uno sconosciuto a bussare alla sua porta.
Winfried Freudenruth, della polizia, giunge a portarle una notizia inaspettata. Si tratta del fratello, scampato all’esplosione di una bombola a gas e al momento ricoverato in ospedale. Durante lo scoppio è però rimasto ucciso un uomo: Horst Hessler. Si sospetta sia stato Harald stesso a provocarne la morte.
Ma non basta: le novità non finiscono qui, perché ora arriva da lei Farin Said, l’aiutante del fratello, che non ha più alcun luogo dove dimorare. Così, poco per volta, la tranquilla routine di Annemie viene sconvolta, stravolta, modificata.
Dopo un primo momento di sospetto e paura, la donna comincia a fidarsi, si convince ad andare a trovare il fratello e inizia a frequentare il mercatino natalizio di Niedelsingen e a conoscere la realtà in cui Harald vive. Non solo: scopre alcune caratteristiche della sua personalità, abitudini, routine, gestione finanziaria e domestica, da lei completamente ignorate.
L’ambiente festoso di Niedelsingen mostra però delle incrinature e sotto la patina di bontà e amichevolezza natalizia Annemnie comincia a scoprire delle crepe e a sospettare inganni che la riportano agli anni della rapina, messa a segno dal fratello: anni che vorrebbe dimenticare.
Ma il passato, molto spesso, presenta il suo conto, soprattutto se si è cercato di nasconderlo, negarlo, rifiutarlo…così Annemie è costretta a ripensare alla sua vita, alle sue relazioni, al rapporto con Harald, alle sue scelte di nubilato «forzato» per prendersi cura di lui, alla rottura di ogni rapporto fisico con lui e con gli altri.
Insieme a Farin e alla dottoressa Maike Assenmacher, che ha in cura il fratello, Annemie inizia a frugare tra le pieghe di quegli anni di cui non conosce, praticamente, nulla. All’appello manca una persona: Georg Freger, il terzo complice della rapina, che non ha scontato la pena e si sospetta abbia nascosto una consistente quota del bottino.
Il mondo esterno, quel mondo dal quale Annemie si è difesa per troppo anni, le appare ora piacevole, ricco di persone interessanti e di possibilità…tra cui l’uso di smartphone e apparecchi elettronici di cui, sino ad ora, ha ignorato non solo l’uso ma persino l’esistenza.
Così, tra errori, sviste, piste sbagliate, confessioni, tradimenti, sospetti, sensi di colpa…si arriva al gran finale che ci pacifica con il mondo e ci rende pronti per un Natale ricco di…dolci. Sì, perché in appendice troviamo una serie di ricette messe a punto da Annemie per preparare i suoi «pasticcini» giustamente famosi e apprezzati.
Qualche nome per stimolare l’acquolina in bocca: Spekulatius di marzapane al burro; Mezzelune alla vaniglia; Paradiso di stelle alla cannella…e, naturalmente, non possono mancare Panpepato, Macaron e Cuori di pan di zenzero.