Il commissario Alvise Belletti è stato trasferito dalla questura Fatebenefratelli di Milano, alla questura di Catania. La causa del trasferimento è stato l’eccesso di zelo dimostrato nel caso del lupo (narrato dall’autore in “Belletti e il lupo” di cui consiglio a tutti la lettura).Proprio sull’Etna, ‘a Muntagna sacra per i catanesi,Belletti si trova di fronte a un delitto anomalo. Il morto è un uomo che viveva da eremita a duemila metri di altezza. L’uomo, che si chiamava Wolfgang von Rheingold, è stato sgozzato alle sue spalle,mentre teneva in mano una copia de “La morte di Empedocle” di Friedrich Hoerderlin. Unico testimone il suo cane,un cirneco dell’Etna. Proprio il suo latrare disperato aveva richiamato due escursionisti, che avevano scoperto il morto. Il cane subito si affeziona a Belletti, che lo tiene con sé e lo chiama Romeo,come il cane del “Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa. Romeo sarà di grande compagnia per la parte dell’inchiesta che si svolge a Catania.
Infatti Belletti,partendo dalla dedica sul libro, si sposta fino ad Amburgo per ritrovare l’autore delle dediche e gli altri due amici a cui era stato regalato il libro. Ad Amburgo si reca in aereo con la tenente Cutuli,che non parla nemmeno l’inglese.Belletti invece si esprime perfettamente in tedesco,perché la madre era madrelingua.
Il libro si snoda tra vari flashback degli altri due personaggi,amici del morto, che si scoprono essere due terroristi della Raf.
In tutto il romanzo ricorre il tema del confronto tra Italia e Germania: due nazioni che hanno vissuto le peggiori dittature e, in seguito,la più brutale stagione terrorismo armato.
Seguendo Scardanelli, sembra di trovarsi dentro le scene degli attacchi terroristici. Insieme assistiamo anche alla disperazione dei due protagonisti, Dieter e Sabine, che affrontano ora in modo diverso la caduta del mito della lotta armata.
Proprio per quest’approfondimento socio-psicologico dei due personaggi, si trova una delle caratteristiche vincenti del romanzo.
Un noir che scava nella storia del terrorismo, apparentemente lontana, eppure non ancora del tutto disvelata.


