1973. La NASA sta per lanciare un’altra missione, l’Apollo 18, finanziata dal Dipartimento della Difesa con lo scopo di atterrare ed effettuare ulteriori ricerche sulla luna.
Un equipaggio di astronauti, formato solo da militari e duramente selezionato per la missione, sta ultimando le fasi finali della preparazione con il supporto dell’ex pilota collaudatore della marina Kazimieras “Kaz” Zemeckis, ex candidato astronauta, messo a terra dopo che un incidente aereo, lo scontro in volo con un gabbiano, gli è costato la perdita di un occhio.
Zemeckis, dopo aver dovuto rinunciare a una brillante carriera in aria, disponendo già di un master in sistemi aerospaziali della Naval Postgraduate School di Monterey, ha frequentato il MIT dove ha ottenuto un dottorato in scienza dei sensori ed elettro-ottica, al Lincoln Labdi Boston. In seguito, catapultato a Washington, alla National Security Agency, si è trovato alle dirette dipendenze del direttore della NSA Sam Phillips. Il generale delle U.S. Air Force Phillips, quasi una leggenda vivente per la sua esperienza e immensa duttilità intellettiva, è oggi alla testa dell’intera missione Apollo , in cui Kaz Zemekis occuperà il vitale ruolo di continuo collegamento a terra con il superiore potere decisionale.
Nelle settimane precedenti il lancio, tuttavia, gli scopi della missione spaziale, annunciata come puramente scientifica, prenderanno all’improvviso un altro, più complesso e pericoloso indirizzo. Direttamente dall’alto comando, ovverosia dal generale Sam Phillips, Zemeckis riceve infatti l’ordine di mutare rotta, traiettoria e programma di viaggio del razzo. Gli astronauti dovranno mirare a un nuovo e più oscuro obiettivo. Oltre ad andare sulla Luna, l’Apollo 18 dovrà abbordare una stazione spaziale sovietica Almaz che i russi stanno per lanciare e, secondo l’intelligence statunitense, sarebbe in grado di fungere da satellite spia ad altissima risoluzione, addirittura capace di tenere sotto strettissimo controllo l’intero emisfero occidentale. Una pericolosissima sentinella in grado di distinguere e fotografare a terra anche sagome più piccole di un’automobile. L’Apollo 18 potrebbe rappresentare l’unica possibilità per sabotarla e bloccarla da parte degli americani. E visto che le continue osservazioni dei rilevatori lasciati dalle precedenti spedizioni hanno permesso ai servizi segreti di scoprire l’esistenza della Lunachod, una rover, un veicolo lunare sovietico, anche la passeggiata di ricognizione dell’equipaggio dell’Apollo 18, prevista sul suolo lunare dovrà essere modificata.
Ma benché Zemeckis provi a mantenere l’equipaggio della NASA un passo avanti rispetto ai rivali russi, un incidente mortale rivelerà che le persone coinvolte sono più e diverse da quelle che si pensava. Le cose si complicano viepiù dopo la partenza e, come suggerisce il titolo del libro, le persone iniziano a morire. Pericolosamente vicini alla rottura, la Casa Bianca e il Cremlino possono solo stare a guardare mentre i loro astronauti si scontreranno sulla superficie lunare, lontani da ogni legge e possibilità di aiuto.
Naturalmente, come in qualsiasi romanzo, ci sono dei buchi di logica. Magari può sembrare strano e molto pericoloso, servirsi di una missione Apollo per esplorare rapidamente – e far di peggio – una stazione Almaz, prima di dirigersi verso la Luna, immaginando di poterla fare franca. Pare strano poi anche il lungo silenzio che coprirà il volo del vettore spaziale dopo il lancio, senza che il pubblico riceva qualche informazioni sulla missione. Va bene il segreto di stato, ma è mai possibile che nessun media, nessun giornalista d’assalto riesca a immaginare quello che sta succedendo e che qualcosa sta andando storto? Ma logica e fiction non devono necessariamente sposarsi per funzionare, ragion per cui Assassinio sull’Apollo, un thriller diverso dagli altri, denso di colpi di scena e dettagli tecnici, riesce lo stesso a fondere perfettamente la fantascienza con le sfide storiche della sua epoca. Chris Hadfield infatti sa catturare la potenza della forza G del lancio, spiegare la gelida solitudine dello spazio e ricostruire il terrore del doversi aggrappare all’esterno di una navicella spaziale in orbita intorno alla Terra come solo chi ha vissuto tutte queste esperienze nella vita reale. E rende verosimile il suo gergo techno-thiller, sia che si tratti dei dettagli legati a dei cambiamenti di pressione dell’aria durante il lancio di un razzo o della meccanica, colpo per colpo, di un combattimento corpo a corpo in microgravità .
Un applauso dunque a Hadfield per la felice fusione ed equilibrio della tensione narrativa nella trama, con tutti i necessari e soddisfacenti dettagli tecnici , in un romanzo destinato a piacere molto anche gli appassionati dello spazio.
Una bella storia, che si potrebbe anche descrivere come un thriller tecnico di volo spaziale e, pur improbabile, non appare inverosimile perché Chris Hadfield ha inserito nella sua lunga, dettagliata ma interessante e facilmente leggibile trama , personaggi di fantasia ma anche persone reali e negli eventi da lui creati, circostanze plausibili o magari avvenute, come ci conferma all’inizio con la sua stringata frase di presentazione: “Molti personaggi sono reali. Molti fatti sono realmente accaduti”.
Assassinio sull’Apollo infatti, nel descrivere un’ipotetica missione Apollo 18, mai esistita, (sappiamo che le Missioni Apollo sulla luna si sono concluse con la 17°) ambientata nel 1973, ci consegna un thriller di spessore e la penna dall’astronauta canadese Chris Hadfield, oltre a offrirci la garanzia che tutti i complicati e numerosissimi dettagli tecnici attinenti la fiction siano giusti, si rivela anche un libro attinente a molti generi, come fantascienza, gialli e thriller e narrativa storica.
Chris Hadfield nato in Ontario nel 1959, ha completato l’addestramento per piloti dell’esercito canadese. Ha volato con i CF-18 Hornet per il Comando di Difesa Aerospaziale del Nord-America. Successivamente ha studiato nella USAF
Nel 1993 è entrato a far parte della NASA. In 25 missioni dello Shuttle è stato la voce a terra, cioè il capo delle comunicazioni alle capsule (CAPCOM) della NASA.Nel 1995 è stato assegnato alla missione STS-74 dello Shuttle in qualità di specialista di missione. Nel 2001 è stato assegnato alla missione STS-100 (alla quale ha partecipato anche Umberto Guidoni) nella quale ha trascorso 14 ore e 54 minuti nello spazio aperto durante due attività extraveicolari. Durante la missione STS-100 fu portato in orbita un altro modulo della stazione spaziale, il Multi-Purpose Logistics Module Raffaello.m Dal 2001 al 2003 è stato il Direttore Operativo del centro per l’addestramento dei cosmonauti della NASA presso la Città delle Stelle in Russia. Nel 2003 si è ritirato da colonnello delle Canadian Forces, diventando un astronauta civile della Canadian Space Agency.
Il 12 maggio 2013 lascia il comando della Stazione Spaziale Internazionale e, prima di rientrare sulla Terra, realizza un video musicale sulla stazione, il primo video girato nello spazio: ha imbracciato la chitarra per cantare Space Oddity di David Bowie.
L’aeroporto di Sarnia è stato dedicato a Chris Hadfield nel 1997.
Nel 2013 ha pubblicato il libro An Astronaut’s Guide to Life on Earth.
É membro del Mensa.