Andrea Fazioli, unico scrittore di gialli della Svizzera Italiana, è nato nel 1978 a Bellinzona dove tuttora vive.
Dopo aver vinto il Premio Chiara Giovani nel 1998 con il racconto Matematica, ha pubblicato nel 2005 Chi muore si rivede per l’editore Armando Dadò raggiungendo la quinta edizione solo con la distribuzione in Svizzera.
Un suo racconto è contenuto nell’antologia Delitti in provincia del 2007 edito da Guanda.
Ha studiato letteratura italiana per un anno presso l’Università Cattolica di Milano e in seguito all’università di Zurigo dove si è laureato con una tesi su Mario Luzi – viaggio celeste e terrestre di Simone Martini.
Lavora come giornalista ai notiziari della RTSI, nel tempo libero suona il sassofono, cammina in montagna e fuma la pipa.
Il libro (di un altro) che avresti voluto scrivere e il libro (tuo) che NON avresti voluto scrivere
Avrei voluto scrivere La Pietra di Luna William Wilkie Collins, autore inglese nato a Londra nel 1824 e considerato il padre del romanzo poliziesco. Il suo motto era “falli piangere, falli ridere, falli aspettare” e fa entrare nel mondo della sua narrazione con carnalità e concretezza che oggi si sono un po’ perse.
Per ora non rinnego nessun libro, in quanto ne ho pubblicato uno solo. In precedenza avevo scritto un libro che non mi soddisfaceva e lo avevo cestinato.
Sei uno scrittore di genere o scrittore tout court, perché?
Sono uno scrittore tout court, mi considero più artigiano che giallista. Mi interessano la suspence e il senso di mistero. Non credo di essere uno scrittore di noir. Potrei scrivere di vari argomenti, anche di fantascienza ma non scriverei mai qualcosa di autobiografico.
Un sempreverde (libro) da tenere sul comodino, una canzone da ascoltare sempre, un film da riguardare…
Sono un appassionato di Guerra e Pace di Lev Tolstoj. Sono uno dei tanti innamorati delusi di Natasha.
Tutte le canzoni di Jacques Brel, di Brasseurs e di Paolo Conte. Tutti e tre hanno scritto pochissime canzoni brutte.
Casablanca perché si ritrovano tutti i clichet del genere avventuroso con parecchi luoghi comuni, ma proprio perché ne contiene così tanti può essere considerato un capolavoro.
Si può vivere di sola scrittura oggi?
Spero di si, non ho ancora scoperto come. Se si ha la fortuna di avere un lavoro appassionante, anche questo può diventare uno spunto creativo.
Favorevole o contrario alle scuole di scrittura creativa? Perché?
Favorevole, non ne ho frequentata una ma ho letto diversi testi sull’argomento. Ho iniziato scrivendo in cronaca per un quotidiano ticinese e questa esperienza per me è valsa come scuola di scrittura.
Tu hai visto la trasposizione cinematografica di un tuo libro: che effetto ti ha fatto? E’ vero che nel passaggio fra la carta e la pellicola si perde qualcosa o no?
In questo momento sto ancora lavorando alla sceneggiatura del mio libro Chi muore si rivede per il film che verrà realizzato dalla Televisione Svizzera di Lingua Italiana (TSI).
Non mi piacciono le trasposizioni cinematografiche perfette e fedeli, si trata di due generi diversi e spesso sono diversi anche gli autori. Purchè si rispetti lo spirito della trama, possono anche differire.