Dietro un grande amore c’è una ricetta riuscita. Un sufflè che non si sgonfia, un uovo sodo al punto giusto, una maionese che non impazzisce. Dettagli che rendono unica una storia. Lo sa bene Juliet, una venticinquenne prossima a trasferirsi in una casa costruita come lei desiderava. Per iniziare una vita a due con il suo fidanzato. Sembrerebbe un quadretto perfettamente riuscito. Due cuori e un appartamento in centro: da abbellire con storie e da riempire con vite. Eppure, c’è un però. Nella cornice di una prima notte insieme, di un letto da battezzare, di un percorso sul crocevia di un varo, lui commette un errore. Un lapsus freudiano, dinanzi cui si può fingere indifferenza o pretendere chiarimenti. Simon, chiama Juliet con il nome dell’amica con cui dividevano l’appartamento prima di trasferirsi nel loro nido. E il tipico twist che si trova di solito in un punto avanzato del romanzo e che ne sovverte la prosecuzione. Mandando in frantumi le aspettative della protagonista e ponendo su un crocevia il lettore. Le mura che dovevano accogliere il suo futuro diventano una realtà claustrofobica e l’elaborazione del lutto sarà resa difficile dal ricordo del doppio tradimento: di colei che credeva fosse un’amica e di chi reputava la persona giusta. Toccato il fondo avviene la catarsi, stipata in uno scatolone del trasloco. Lì Juliet, trova un libro che apparteneva alla nonna, che racchiude un mondo a lei ignoto, e consigli sotto forma di appunti. Attraverso quelle pagine, Juliet scopre ricette segrete capaci di riempire la casa di profumi intensi, capaci di farle dimenticare il dolore e la sofferenza. E rendendole tangibile e lampante quali siano gli ingredienti esatti per ottenere la ricetta della felicità .
Amore, Zucchero e Cannella
Bea Buozzi