A lezione di noir con Alan D. Altieri

Cinque giorni d’estate per imparare l’abc della scrittura: questa la scommessa del primo Laboratorio di Scrittura Creativa Mondadori che si è tenuto dal 3 al 7 agosto presso la libreria Mondadori a Milano.
Cinque gli incontri, coordinati da Antonio Riccardi, per un percorso che partendo dal romanzo storico è arrivato alla poesia passando dalla scrittura televisiva e dal noir.
Valerio Massimo Manfredi, Margherita Oggero, Alan D. Altieri, Antonio Franchini, Maurizio Cucchi gli insegnanti.
Una ventina gli allievi selezionati per partecipare gratuitamente al corso tra più di settecento candidati.
A salire in cattedra nella lezione Tutti i colori del nero… NOIR, THRILLER, MISTERY, HARD BOILED Alan D. Altieri, ingegnere meccanico, ma anche scrittore di genere, traduttore, sceneggiatore e collaboratore con varie mansioni del produttore Dino de Laurentiis in pellicole quali Atto di Forza, Conan il distruttore, L’anno del dragone.
Si inizia dicendo che scopo della narrativa di genere è fornire al lettore un’emozione.
Racconta Altieri di quando, dopo aver letto la sceneggiatura de Il Bounty, spiegò a De Laurentiis che non era molto realistica. «Non importa, -disse lui- per il pubblico la storia è quella che gli facciamo vedere sullo schermo».
A significare che a volte il finto è più vero del vero. Nel genere tutto può essere finto e funziona.
Certo anche il finto ha le sue regole. Esiste una vera e propria meccanica delle storie. E qui l’ingegnere si alza e disegna alla lavagna un triangolo e, indicando i tre vertici, spiega che ogni storia ha un protagonista, un antagonista e un conflitto. L’interazione tra i tre vertici mette in movimento il motore della storia. Sembra semplice ma non è scontato. Forse vi stupirà sapere che il conflitto tra il detective Clarice e il cannibale Hannibal ne Il silenzio degli innocenti non è la piuttosto evidente follia ma un amore mancato. La storia poi deve rispettare una struttura. Altieri disegna una linea con quattro fermate. «Tra un atto e l’altro -spiega- deve accadere qualcosa che cambia la direzione della storia. Sembra tutto molto meccanico ma è così che funziona. Io non ho studiato filosofia: sono un ingegnere».
In conclusione Altieri dà i consigli per una perfetta storia noir: «La prima cosa da decidere è il finale; tenete sveglia l’attenzione del lettore; siete liberi di copiare; l’io narrante non è per forza il protagonista; usate i depistaggi». A far la differenza tra una buona e una cattiva storia poi sarà il narratore. E per spiegare che cos’è un narratore, lo scrittore usa una citazione da La fine dell’infanzia di Arthur Clarke: «Io sono tutti. Il narratore è tutti. In questo sta la fascinazione del narrare». Parola di ingegnere.

camilla corsellini

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