Signore e Signori, con Notturno Bus siamo di fronte ad un altro libro furbo (per una mia personalissima definizione di “libro furbo”, ardisco a mandarvi qui). Gli elementi ci sono tutti: personaggi caratterizzatissimi, dialoghi serrati, buon ritmo. A questo, poi, si aggiunga una narrazione corale, rotante, con continui cambiamenti di punti di vista. Molto cinematografica, direi. Notturno Bus non è per niente male; basta non aspettarsi qualcosa di troppo originale o innovativo.
Del resto, voi mi insegnate che in giro esistono molte cose innovative ed originali, però brutte, e molte cose tradizionali e senza troppi grilli per la testa, però belle. Notturno Bus è una di queste ultime. Rigosi è bravo e sa scrivere: il suo è uno stile accattivante, regolare, solido. Diciamo che ti invischia in quello che scrive, piano piano, senza cercare eccessivi colpi di scena o cose clamorosamente fuori registro. Sono convinto che una scrittura così, molto attuale e percorsa da un certo diffuso sense of humor, piacerà alla maggior parte dei lettori.
La storia, come dicevo, è corale. I protagonisti principali sono due: il giovane autista di bus Francesco, spiantato e inseguito dai creditori, e la giovane prostituta/ladra Leila, inseguita da una coppia di sicari (caratterizzatissima, come dicevo più sopra). Al centro della vicenda sta un documento, la prova di un qualche magheggio di un non meglio specificato Onorevole, che deve assolutamente essere recuperata. Il documento in questione è in mano ad un giovanotto, ex collaboratore dello stesso Onorevole, che ha messo in piedi un ricatto. Si organizza uno scambio, ma la cosa non sembra andare in porto per l’entrata in scena di Leila, che riuscirà a rimorchiare il giovanotto ricattatore e cambierà il destino suo e di molte altre persone.
Alla fine si può anche contare su un finale convulso e abbastanza tarantiniano, con un epilogo che è quasi quello che ti aspetti, ma non proprio. Ho detto tarantiniano, e mi spiego. Ad un certo punto, in alcune scene, ti sembra proprio di vederli i personaggi che si fronteggiano, dialogano, si sparano contro, lottano; il tutto con modalità tarantiniane (e questo, lo ammetto, non so spiegarvelo: per capire bisogna aver visto Le Iene, Pulp Fiction o Jacky Brown). Tutte cose che a me, tarantiniano di ferro, piacciono. In ogni modo, alla fine le cose positive superano di gran lunga quelle negative, e Notturno Bus è una piacevole lettura senza troppe pretese e poco impegnativa, gradevole e divertente da consumare a mente sgombra.
Da questo romanzo è stato tratto anche il film omonimo, di Davide Marengo con Vittoria Mezzogiorno e Valerio Mastrandrea.