La più bella del mondo – Marco Buticchi



Marco Buticchi
La più bella del mondo
Longanesi
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Marco Buticchi torna dai suoi lettori con un romanzo che attraversa secoli, continenti e civiltà, tessendo un intreccio che unisce magia, storia, spionaggio e cronaca contemporanea. La più bella del mondo si muove su tre piani temporali distinti: Gallia ed Egitto del I secolo a.C., l’Europa e Hollywood tra gli anni Venti e Quaranta del Novecento, e infine la Los Angeles del 2026, costruendo una narrazione che scorre come un fiume carsico, pronta a riaffiorare con rivelazioni inattese.
L’incipit del romanzo ci trascina nella Gallia celtica del I secolo a.C., dove il fuoco e la violenza di un distaccamento barbaro delle legioni romane stanno per segnare la sorte di un villaggio e dei suoi abitanti. In mezzo alla spaventosa distruzione emerge con prepotenza la figura di Artio, druida capace di custodire segreti antichi e di trasmetterli al giovane Lugh, suo apprendista, segnato da una frattura al femore che lo rende più fragile ma non meno determinato. In seguito, dopo la definitiva sconfitta della Britannia, Lugh, catturato dai romani, diventerà medico personale di Cesare e, integrato nel suo esercito, approderà in Egitto, alla solenne corte di Cleopatra. Poi con loro tornerà a Roma e infine di nuovo in Egitto, fuggendo con Cleopatra dopo l’assassinio di Cesare. Quivi, introdotto per intercessione della regina nei segreti di antichi rituali che fondono scienza e magia, il ragazzo si trasformerà da schiavo a conoscitore dei misteri egizi e, perfezionando le arti apprese da Artio, si immergerà in un mondo dove medicina e occulto si intrecciano.
L’atmosfera dell’antico Egitto, con le sue ombre e la sua superba solennità, avvolge il lettore e conferisce al romanzo un respiro grandioso, carico di suggestioni.
Il secondo filone ci porterà in un’Europa sospesa tra l’eredità della Belle Époque e il grande buio che precede la Seconda guerra mondiale. Hedwig Kiesler, una giovane viennese dal precoce talento, cresce e si forma in un contesto che ne esalta la bellezza e l’intelligenza, ma contemporaneamente la espone a fragilità e manipolazioni. Divenuta moglie del magnate delle armi Fritz Mandl, sarà spesso spettatrice e testimone di conversazioni segrete tra uomini che stanno decidendo il destino del continente. Hedwig, che diventerà Hedy Lamarr, non sarà tuttavia solo “la donna più bella del mondo”: dietro il suo sguardo magnetico si nasconde una mente brillante, in grado di memorizzare informazioni e trasformarle in conoscenza strategica. Dopo essere riuscita a fuggire da un matrimonio diventato una gabbia, approderà caparbiamente a Hollywood, dove la sua ascesa e il suo successo diventeranno travolgenti. Ma l’autore non si limita a raccontarne la carriera come diva: la Hedy Lamarr da lui narrata è stata anche co-inventrice di un sistema di comunicazione che ha anticipato il Wi-Fi, una donna divisa tra luci del cinema e oscuri retroscena di spionaggio. In lei si specchia tutto un secolo denso di contraddizioni, speranze e ossessioni.
La terza linea narrativa ci proietterà infine nell’oggi, nella contemporaneità.
Siamo nel 2026, immersi nella scintillante cornice della notte degli Oscar, ma quando Daniel Berg, grande produttore di origini ebraiche, verrà assassinato in diretta durante la premiazione con un tiro di precisione, l’illusione della festa si frantuma. Oswald Breil e Sara Terracini, volti molto noti ai lettori affezionati di Buticchi, saranno gli scomodi testimoni dell’omicidio, subito diventati il bersaglio di oscure minacce. La coppia, con la sua consueta determinazione, nonostante gli anni che passano, dovrà affrontare depistaggi e gravissimi pericoli per risalire alle radici di un tenebroso complotto che affonda le sue radici nella Storia.
Una terza parte in cui Marco Buticchi mette a frutto la sua bravura nel saper costruire un thriller ad alta tensione, combinando investigazione, ritmo serrato e ampi e coinvolgenti scenari internazionali.
Il punto di forza del romanzo sta nell’architettura narrativa: tre epoche apparentemente lontane si susseguono incrociandosi, collegate solo da un sottile e quasi impercettibile filo rosso fatto di conoscenze proibite, segreti custoditi e poteri capaci di attraversare il tempo. Lugh, Hedy Lamarr, Oswald e Sara non sono solo personaggi, ma incarnazioni di archetipi: il custode del sapere, la donna che trasforma la sua fragilità in forza, la coppia che affronta il presente guardando al passato. Ognuno di loro porta con sé una parte del mistero, diventando testimone di come la memoria e il potere possano condizionare i destini sia individuali che collettivi.
Buticchi conduce con abilità i passaggi narrativi, a ponte tra storia e spy story. Avvalendosi delle sue consuete brevi sintesi riassuntive all’inizio di ogni capitolo, passa con abilità dal respiro epico della Gallia e dell’Egitto alla frenesia glamour di Hollywood, fino al thriller contemporaneo scandito da cospirazioni e cecchini. Non concede spazio alla pedanteria, lasciando man mano emergere i dettagli storici e scientifici come tessere di un mosaico.
L’effetto è quello di un racconto suggestivo, capace di catturare il lettore con una prosa scorrevole e cinematografica.
La più bella del mondo è quindi un viaggio dentro il tempo, dove la bellezza diventa maschera e rivelazione, e la conoscenza si rivela forse l’unica arma in grado di sfidare guerre, complotti e oblio. Un romanzo che non si limita a intrattenere, ma invita a riflettere su come certi segreti del passato possano ancora, silenziosamente, condizionare il nostro presente.

Patrizia Debicke

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