E’ un romanzo che è anche un’inchiesta giornalistica sul mondo del calcio, sui procuratori e sulla tratta moderna di schiavi che dall’Africa ha come destinazione l’Europa: giovani calciatori che cercano un futuro migliore ma i cui sogni s’infrangono sul muro di gomma degli interessi economici di piccole e grandi mafie, campionati professionistici minori, sfortunati attraversamenti di frontiera che riservano un posto in fondo al lago di Lugano .
E’ dal ritrovamento di questo cadavere che si dipana la trama del romanzo di Marco Bellinazzo che vede come protagonista Dante Millesi, giornalista con un passato da calciatore promettente pregiudicato da un infortunio che non gli ha permesso di esprimere tutto il suo talento. Una rabbia repressa la sua che sfoga in quest’indagine che lo coinvolge come un Don Chisciotte che cerca la verità e la giustizia per la vittima.
Dal Rione Sanità di Napoli fino a Milano e poi Lagos e ancora Parigi, Dante Millesi scoprirà come sia difficile risalire alla verità, su come i suoi contatti nel mondo del calcio possano mettere lui stesso in difficoltà di fronte alla legge (tanto da essere sospettato di non precisi favoreggiamenti) ma sopratutto come la condizione umana, la ricerca del riscatto e della felicità, siano così difficili da raggiungere e ottenere.
“La colpa è di chi muore” è uno spaccato della realtà dei nostri giorni, un tratto reale di come la crudeltà possa celarsi anche dietro le facciate migliori, di come la giustizia sia molte volte un concetto astratto. In questo romanzo non si parla solo del mercato nero del calcio e di un’indagine che per molti motivi nessuno vuole seguire: si parla della nostra epoca e del nostro mondo.
Un romanzo che lascia notevoli spunti di riflessione.