Leggere l’ultimo romanzo di Alan Parks è qualcosa di entusiasmante!
Potrei finire già così la recensione e consigliarvi caldamente di andarvi a perdere nelle avventure di Gunner, il protagonista di questa storia che in realtà ne contiene molte, sullo sfondo di una Glasgow che la si può quasi respirare nel bel mezzo della seconda guerra mondiale, preda anch’essa dei bombardamenti aerei nazisti.
Gunner è appena rientrato dal fronte, dopo la rocambolesca ritirata dell’esercito inglese da Dunkirk. Si ritrova con un occhio in meno e una gamba sfasciata e dipendente dalla morfina per alleviare il dolore che lo tormenta. Non trova riposo Gunner, anche se è l’unica cosa che vorrebbe. Viene infatti avvicinato dall’ex collega Drummond, della polizia di Glasgow, che ha saputo del suo ritorno dal fronte e che si trova con una bella gatta da pelare tra le mani: viene ritrovato il corpo di un tedesco sotto le macerie dell’ennesimo palazzo abbattuto dalle bombe naziste e il poliziotto non sa che pesci pigliare.
Così chiede aiuto a Gunner che si ritroverà fin da subito immerso in un’indagine dai mille risvolti: giochi di spie, inganni e depistaggi, ammiccamenti con la mafia locale, vecchie fiamme e un fratello comunista da salvare. Oltre al compito di scoprire chi è quella vittima… anzi chi sono le vittime perché nel frattempo di tedeschi morti a Glasgow ce ne sono più di uno e tutti hanno una marcata somiglianza con il gerarca nazista Rudolph Hess, atteso in Scozia per un incontro con i piani alti britannici e che potrebbe cambiare il corso della guerra.
Insomma, gli ingredienti per un grande romanzo ci sono tutti; aggiungeteci un protagonista che vi porterà subito dalla sua parte e la scrittura di Alan Parks capace di non lasciare un attimo di respiro.
Consigliatissimo!


