Tommaso Percivale
Tommaso Renda.
Sette sospetti per un delitto
Battello a Vapore
Percivale è autore di gialli per ragazzi piacevoli anche per adulti privi di pregiudizi verso la “serie B” della letteratura. Stavolta si parte, e non è un modo di dire, con sei passeggeri che partono davvero su un ansimante peschereccio per Kinraddie, uno sputo di isola al largo delle Ebridi, povera di tutto tranne che di foche intelligenti e amichevoli finché non le fate arrabbiare, pecore, mucche e leggende nere, oltre a fascinosi paesaggi selvaggi. Sono un vichingo tondo come un otre con un fagotto da cui è inseparabile, un nobile (si fa per dire) con valletto gagliardo, due sorelle distinte quanto mistificanti e un uomo mostruosamente gigantesco con l’aspetto di un lottatore o picchiatore della malavita. È il bravissimo ispettore di Scotland Yard William Shakespeare a cui un anonimo biglietto ha preannunciava un omicidio. Aggiungiamoci il comandante del vaporetto che a terra svolge anche funzioni di sostituto sergente di polizia, nonché veterinario e dentista, e all’occorrenza anatomista di umani, limitandosi però a un’ispezione esterna del cadavere. Segreti, delitti e indagini convivono sul filo del registro di un umorismo paradossale.
Un cartello all’ingresso del porticciolo accoglie i rari passeggeri: “Benvenuti a Kinraddie! Qualunque cosa accada ve la siete cercata”. Nel villaggio squallido e deserto la locanda appare calda e accogliente, piena di statuine e decorazioni di foche e selkie (foche con la testa di donna). La rossa padrona Catriona sorridente e simpatica distribuisce le sette camere, tranne una già occupata e un’altra chiusa da cui esce un odore pungente. Kira, dodicenne tuttofare, muta e attenta, che vive di silenzi e sguardi, invisibile ma sempre presente e mimetica, libera e selvaggia, sembra incarnare lo spirito dell’isola: la bellezza allo stato di natura e il mistero.
Sono personaggi che appaiono scolpiti e non scalfibili, eppure umbratili e ambigui. Tutti mentono, su di sé e sugli altri. Tranne una figura fantasmatica, motore immobile da cui ha origine la storia: un’eredità contesa con efferati delitti, un innocente perseguitato ma protetto da un’intera comunità, un investigatore dalla mente sottile quanto grossier di corpo. Più misteri segreti intrighi enigmi che, però, non reggono all’acutezza del detective, malgrado i depistaggi di leggende, presenti in molte culture e mitologie, su mutazioni di donne in animali, come le selkie di Kinraddie. Però…però, “gli occhi di foca, le suggestioni e le misteriose origini della ragazzina”? Anche per l’ispettore William Shakespeare “Kira era un mistero troppo sfuggente e bello per insistere a risolverlo”. Percivale mostra grande rispetto per i giovani lettori a cui offre un giallo con tutti i crismi del genere, dal mistero iniziale al disvelamento finale, con l’aiuto di brevi inserti in corsivo di diari e appunti e di belle ed eloquenti mappe di Tommaso Renda.
Da 11 anni
Fernando Rotondo