Immagino che Elizabeth Brundage, alla prima del film ispirato al suo romanzo e poi scritto e diretto da Shari Springer Berman e Robert Pulcini, abbia avuto qualche legittima difficoltà ad applaudire al termine della proiezione. A dire il vero nessuno dovrebbe mai, com’è successo a me, vedere prima il film e poi leggere il libro se vuole evitare inevitabili e deludenti confronti tra le emozioni che arrivano dalle lettere piuttosto che dalle parole. Se poi la storia, riscritta ad uso cinematografico deriva in situazioni lontane dalla trama del libro, quel che resta al lettore è l’asciutta e astringente sensazione di aver tradito i personaggi cui ci siamo già affezionati. Del resto nei confronti della protagonista Catherin che insieme a sua figlia Franny ha accettato di seguire il marito George a Chosen, ossia in una piccola città , per permettere a lui di cogliere un’opportunità professionale rinunciando al suo di lavoro, è impossibile non provare empatia e ammirazione. Se poi la fattoria dove vanno ad abitare ha trascorsi oscuri, dove le donne di famiglia tendono ad essere assassinate, non c’è da sorprendersi se il vicinato si tenga alla larga e che la fattoria stessa prima del loro arrivo sia rimasta a lungo disabitata. Non fosse poi che a complicar gli intrecci la Brundage promuove a manutentore della casa stessa Eddy e a baby sitter della piccola Franny Cole, rispettivamente il figlio maggiore e l’ultimogenito della donna defunta insieme al loro padre in un omicidio suicidio, non sapremmo inscenare presupposto migliore per una trama giallo noir.
Un romanzo leggero e scritto molto bene che racconta con maestria una piccola realtà di provincia e dove i personaggi sono così caratterizzati e definiti che finisci per conoscerli, tanto che non ti sorprenderesti se li sentissi bussare alla tua porta all’ora di cena.
Elizabeth Brundage. Insegnante universitaria, i suoi libri sono tradotti in molti paesi. Vive ad Albany, New York.
L’apparenza delle cose – Elizabeth Brundage
Walter Colangelo