Fabienne Blanchut e Coralie Vallageas
Detective Walter Indagine in biblioteca
Gribaudo
Non è mai troppo presto per avvicinarsi a un giallo, piacevolmente, anche per chi sta iniziando a leggere o ha appena iniziato autonomamente, purché sia un bel libro, ben costruito con una storia avvincente e capace di incuriosire, con tutti i codici di genere, naturalmente in forma adatta all’età. Il detective Walter aspetta che arrivi l’indagine del giorno mentre sta rosicchiando un pezzo di groviera nel suo ufficio con insegna sulla porta a vetri, lente di ingrandimento sulla scrivania, archivio di pratiche alle spalle, deerstalker sull’attaccapanni, quando squilla il telefono: un nuovo caso.
In monopattino si reca in biblioteca dove Genoveffa Codarosa è fuori di sé perché è sparita la prima Enciclopedia del groviera scritta nel 1327 da una suora formaggiera, unico esemplare al mondo. Ma Walter la rassicura: “Questo è proprio un caso da ‘topi di biblioteca’”. Accompagnato da una delle due collaboratrici, Cappuccina, inizia la perlustrazione: prima la sala di lettura, ma nessun testimone ha visto il ladro. Chi ha aperto la biblioteca? chiede. Nella vetrina svaligiata vede un primo indizio quasi invisibile, ma non a un provetto detective e a un lettore attento. Nella sala archivi del seminterrato ecco un altro indizio. Poi alcune impronte nella polvere che conducono all’armadietto di Cappuccina, dentro il quale si trova il prezioso libro. Ma un terzo indizio, anzi una prova rovescia le apparenze. Una sera Cappuccina invita Walter a cena per ringraziarlo: sarà l’inizio di una bella amicizia? (ovviamente, la citazione cinefila vale per gli adulti).
L’albo, che si giova di una scrittura piana e chiara e di illustrazioni colorate e divertenti che richiamano la forma dei fumetti e cartoon, è un tipico esemplare di bibliomistery, quel sottogenere del giallo che pone al centro della trama i libri e si sviluppa in biblioteca o libreria, come il celebre capostipite Le crime de Sylvestre Bonnard di Anatole France.
Da 5 anni.