Il silenzio – Don DeLillo



Don Delillo
Il silenzio
Einaudi
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I dialoghi.
Accidenti che dialoghi, DeLillo.
Non è semplice racchiudere in quell’infinito tourbillon di parole il senso di angoscia che permea le pagine di questo ultimo lavoro dell’Autore di NY, non fosse altro perché il contenitore deve esser più grande del contenuto.
Ma gli infiniti criteri nel mischiare lettere e parole non sono sufficienti a contenere quel che ci colpisce come un gancio ben assestato sotto il mento da Iron Mike.
E si, perché l’assunto primitivo dal DeLillo parte è proprio, appunto, “primitivo”: la tecnologia improvvisamente va in down, si arresta, si spegne. 
E con essa anche la vita?
Perché è proprio questa la domanda che serpeggia tra le righe di questo libello che Einaudi propone in una eccellente fattura editoriale. 
La vita termina?
Cosa accade attorno a noi?
Domande che nella loro semplice ed abbacinante elementarità conducono alla consapevolezza da parte dei personaggi della narrazione, ed in primis da parte del lettore, che senza quel dannato strumento retroilluminato in cinque pollici non saremmo capaci neppure di sapere cosa si nasconde dietro l’angolo.
E proprio quel che si cela dietro un angolo che non vogliamo svoltare è il luogo perfetto in cui DeLillo nasconde quell’orrore più puro, che trova le sue radici nella morte della bulimia comunicativa nella quale siamo invischiati.
Come in sabbie mobili.

Giuseppe Calogiuri

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