Un’indagine di Hap & Leonard
Ironico, crudo, appassionante, sorprendente, a tratti persino romantico, umoristico, cinico e sensibile al tempo stesso, fatalista, grottesco, triviale, irriverente e comunque geniale. Lo so: meno aggettivi si usano e meglio è, soprattutto per commentare/recensire un romanzo. Ma Joe R. Lansdale è un capitolo a parte nel panorama internazionale degli scrittori. Un vero e proprio “unicum”.
Statunitense, anzi texano, visto che in Texas vive e ambienta le sue storie, perché come ha avuto modo di dire qualche tempo fa “Il Texas è uno stato mentale”, citando Steinbeck, attraversa stili e generi con similitudini, ma anche con differenze sostanziali tra loro, passando dal thriller al western, dall’horror alla fantascienza, dal gotico al noir.
“Zucchero sulle ossa”, edito da Einaudi Stile Libero, vede il ritorno di una coppia di investigatori collaudati nelle storie di Lansdale: Hap e Leonard. Certo, il tempo passa e i due sono appena appena appannati (nel fisico Hap e in amore Leonard) d’altro canto la vita non può scorrere senza lasciare tracce. Hap è un uomo sposato e Brett, la sua compagna, è incinta ed è la migliore socia di vita che potesse desiderare, nonostante abbia un caratterino non esattamente facile, o forse proprio per quello. Leonard sembra aver meso la testa a posto e vive una relazione stabile, tanto da pensare al matrimonio, con il poliziotto Pookie.
Ma anche se il tempo passa, i due non hanno certo perso il gusto di mettersi nei guai, andando a ficcare il naso in storie complicate, creandosi ogni tipo di casino possibile, cosa nella quale sono bravissimi. Se poi la vicenda riguarda un incarico rifiutato a una donna di nome Minnie Polson, perché Brett non si è trovata in sintonia con la cliente, e la sera stessa la Polson muore nell’incendio della sua casa, lasciando un moncherino come testimonianza del suo passaggio sulla terra, oltre a un mucchietto di cenere, la storia assume aspetti molto “appetibili” per dei curiosoni inguaribili come loro, guidati da un inestinguibile senso di colpa.
E così Brett, Hap e Leonard decidono di scoprire cosa è successo, dando il via a quella indagine che avevano rifiutato e che partiva dalla sparizione della figlia di Minnie, di ritorno da un viaggio con la sua compagna. Il vecchio capo della polizia, loro amico, è andato in pensione, il nuovo è molto meno amico ed anche meno decifrabile. Il primo, Hanson, ha qualcosa per loro, informazioni che possono contribuire a completare un puzzle che appare particolarmente complicato, e li invita nella sua nuova dimora ai margini di un bosco. L’ex poliziotto non riuscirà a godersi la pensione e Hap e Leonard salvano la pelle in maniera miracolosa.
Ovviamente l’accaduto non fa che aumentare la voglia di fare luce sulla vicenda. Questa volta non c’è da penetrare nell’atmosfera, nella socialità e nelle dinamiche del profondo Sud degli Stati Uniti. O, almeno, non soltanto, perché agguato dopo agguato, cadavere dopo cadavere, tradimento dopo tradimento, viene fuori uno scenario molto più complesso, dove il dio denaro decide vita e morte, fra trafficanti di organi spietati e poliziotti compiacenti.
Una discesa negli abissi dell’animo, forse meglio dire delle tasche, degli umani (se così si possono definire). Con killer amici che aiutano i tre nel tentativo di far saltare per aria un’organizzazione spietata e rodatissima. Ci riusciranno? Beh, non vi resta che leggere “Zucchero sulle ossa”, mi ringrazierete.