Vita e costumi a bordo dei grandi velieri

Profumo di mare e di vento, nostalgia e memorie di una vita autentica e semplice: queste sono le emozioni del libro di Armand Hayet, una narrazione viva e partecipata delle memorie di uno degli ultimi capitani dei cap-hornier francesi, ii grandi velieri con scafo in metallo che navigavano tra Europa ed Estremo Oriente alla fine dell’Ottocento.
Hayet, nato e morto in Francia (1883-1968), apre con una citazione di Balzac che sintetizza lo spirito del libro indicando le tre cose di una bellezza perfetta: “Una bella donna che danza, un purosangue in libertà e un buon veliero a vele spiegate”.
La vela per Hayet è sinonimo di perfezione e armonia, in simbiosi con il vento e con il mare: “un veliero, anche quando è in porto e sembra in disarmo, è sempre un grande uccello assopito, pronto a spiegare fulmineamente le ali bianche e a spiccare un nuovo volo verso l’orizzonte”.
Dedica poi molta attenzione nel cogliere lo spirito dei marinai imbarcati, parte di un microcosmo, abili, orgogliosi e temprati dal mare, uomini tanto vitali in mare quanto inermi sulla terraferma, obbligati a un codice di comportamento lontano dalla semplicità delle abitudini di bordo, letteralmente pesci fuor d’acqua.
La narrazione è molto piacevole e la suddivisione in capitoli ricalca i diversi aspetti della vita a bordo: il pranzo del nostromo, la lettera a casa dell’analfabeta, i vari appellativi con cui i marinai si chiamavano l’un l’altro, il problema delle razioni di acqua dolce, la bonaccia, le preghiere, gli svaghi, le punizioni, e anche il «diavolo in zavorra» ossia… le mogli dei capitani! Innumerevoli poi gli aneddoti di vita vissuta che punteggiano il racconto trasmettono al lettore le emozioni e le atmosfere di un intero mondo.

mauro zagato

Potrebbero interessarti anche...