Quando a Mantova la cripta della basilica di Sant’Andrea prende fuoco, in molti pensano alla presenza del demonio.
A maggior ragione perché sul luogo viene rinvenuto il disegno di un pentacolo. Come se non bastasse, anche i laghi intorno alla città sembrano bruciare, preda di strane fiamme. Il duca Vincenzo Gonzaga incarica delle indagini Biagio dell’Orso, capitano di giustizia appena rientrato da una missione in quel di Parma. Intanto due ragazzine dai capelli rossi sono sparite, presumibilmente rapite da un conte di Torino.
C’è un legame fra ciò e gli incendi? Biagio si mette sulle tracce di un misterioso libro di magia nera, accompagnato, fra gli altri, da una vecchia conoscenza, l’Illusionista Colorni. Contemporaneamente dalla città virgiliana si muove alla volta di Parigi una delegazione di cui fanno parte il vescovo Francesco Gonzaga e l’arcivescovo di Firenze, Alessandro de’ Medici. Le due spedizioni finiranno per incrociarsi in Francia, dove le trame saranno svelate.
Con la consueta sapienza Tiziana Silvestrin in Il sigillo di Enrico IV ,mescola finzione e realtà, dando vita a un appassionante romanzo.
Tanti personaggi ormai familiari ritornano, a cominciare da Biagio dell’Orso e dal fedele compagno di avventure Marcello Donati.
Altre figure vengono meglio delineate, in primis quella di Ariel Colorni, simpatico truffatore nonché abile illusionista, le cui capacità saranno molto utili al capitano di giustizia. Non può mancare Rosa, la donna amata da Biagio, che si è da poco trasferita da Venezia a Mantova per vivere con il suo uomo. Fra i personaggi realmente esistiti ci sono i cavalieri appartenenti all’Ordine del Cigno Nero, che, al soldo dei vari signori, commettono atrocità d’ogni genere.
Le ultime righe del romanzo sono un vero e proprio colpo di teatro da parte dell’autrice, in questo non meno “diabolica” delle oscure presenze che sembrano infestare la Mantova del 1596.
Il sigillo di Enrico IV
Massimo Ricciuti