Roma e i figli del male – La notte del commissario Castigliego
Che sia una indagine particolarmente delicata e complessa, lo si intuisce subito: un vescovo conosciuto e apprezzato in tutto il mondo per aver salvato diversi bambini brasiliani da un destino di violenze e disperazione viene accusato di pedofilia proprio da uno di loro. Quello che è impensabile, almeno inizialmente, è fin dove l’inchiesta arriverà a spingersi: nel soprannaturale, oltre il tangibile, tra esorcismi e possessioni demoniache. Lì il commissario Castigliego si troverà al centro dell’ennesimo scontro tra Bene e Male, in una guerra che si protrae da secoli, destinata a non avere mai fine.
Roma e i figli del male – La notte del commissario Castigliego trova forma nell’inusuale commistione tra noir, thriller e horror. La sfida per Alessandro Maurizi è mantenere l’equilibrio, senza cadere nell’assurdo e nel banale. Il rischio c’è, soprattutto quando si affrontano temi come questi, che quasi quotidianamente trovano riscontro nella realtà delle cronache. Ma qui il risultato è più che soddisfacente, anche in virtù del consistente lavoro di ricerca e documentazione che vi è dietro: funzionale a rendere credibile l’impianto narrativo, emerge particolarmente nell’accurata descrizione delle pratiche esorcistiche.
Intorno a Castigliego, commissario italo-spagnolo in forza alla Squadra Mobile di Roma, si muove un universo di personaggi catturati nelle loro contraddizioni: uomini di Chiesa cinici e spietati, capaci di giustificare le peggiori nefandezze riempendosi la bocca di parole caritatevoli e benevole ma anche avidi rappresentanti della giustizia che alla verità antepongono la sete di potere e di gloria.
Marionette che si credono burattinai, burattinai che si credono marionette: inconsapevoli protagonisti di un gioco molto più grande di loro che non conosce vittime né carnefici, perché ognuno a modo suo è sia vittima che carnefice. Sempre nella consapevolezza che in un mondo dominato dal peccato e dalla corruzione, come imparerà bene anche Castigliego, “tutto è logica, ma niente è verità”.
Roma e i figli del male – La notte del commissario Castigliego trova forma nell’inusuale commistione tra noir, thriller e horror. La sfida per Alessandro Maurizi è mantenere l’equilibrio, senza cadere nell’assurdo e nel banale. Il rischio c’è, soprattutto quando si affrontano temi come questi, che quasi quotidianamente trovano riscontro nella realtà delle cronache. Ma qui il risultato è più che soddisfacente, anche in virtù del consistente lavoro di ricerca e documentazione che vi è dietro: funzionale a rendere credibile l’impianto narrativo, emerge particolarmente nell’accurata descrizione delle pratiche esorcistiche.
Intorno a Castigliego, commissario italo-spagnolo in forza alla Squadra Mobile di Roma, si muove un universo di personaggi catturati nelle loro contraddizioni: uomini di Chiesa cinici e spietati, capaci di giustificare le peggiori nefandezze riempendosi la bocca di parole caritatevoli e benevole ma anche avidi rappresentanti della giustizia che alla verità antepongono la sete di potere e di gloria.
Marionette che si credono burattinai, burattinai che si credono marionette: inconsapevoli protagonisti di un gioco molto più grande di loro che non conosce vittime né carnefici, perché ognuno a modo suo è sia vittima che carnefice. Sempre nella consapevolezza che in un mondo dominato dal peccato e dalla corruzione, come imparerà bene anche Castigliego, “tutto è logica, ma niente è verità”.
Giulio Oliani