A Stresa esiste una leggenda legata ai disegni di Leonardo Da Vinci preparatori per una grande scultura raffigurante l’Ultima Cena da porre all’interno del Duomo di Milano, trasformata poi per volere dei committenti in un affresco. Questi disegni dovevano arrivare a Candoglia via fiume da Milano, alla cava di marmo da cui doveva essere estratto il minerale per questa imponente opera affinché il capomastro potesse consigliare il blocco migliore, ma purtroppo sono andati perduti durante un fortunale sul lago Maggiore. Ritrovati fortunosamente sono passati di mano in mano fino ad arrivare nel 2022 nella cantina di una villa a Stresa. Esiste anche la superstizione che questi disegni, maledetti da Leonardo stesso, siano causa di disgrazia per chi ne viene in possesso o entra anche solo in contatto con essi.
Il maresciallo Calarco crede fermamente in questa leggenda e sospetta che i disegni di Leonardo abbiano qualcosa a che fare con la morte di Massimo Bardelli, arrivato a Verbania da Bologna per trattare la vendita di una villa antica per conto di un misterioso uomo d’affari residente all’estero. Il sostituto procuratore De Anselmi, pur essendo di origine meridionale, è del tutto immune dalla superstizione e non perde occasione di canzonare il povero Calarco che comunque non si lascia distogliere dai suoi propositi investigativi specialmente dopo che ha scoperto che anche uno sconosciuto passeggero del traghetto da Intra a Laveno è stato ritrovato morto annegato nel lago dopo aver parlato con il Bardelli.
Dopo I disegni perduti di Leonardo Alberto Pizzi ci regala un’altra storia che prende l’avvio ancora una volta dai misteriosi disegni leonardeschi e dalle influenze tragiche che hanno. Ancora una volta i disegni ricompaiono sul lago Maggiore e ancora una volta il maresciallo Calarco e i suoi collaboratori (fra cui un simpaticissimo carabiniere Pallotta e un ben riuscito giornalista Marcello Forni, corrispondente della Stampa) dovranno seguire una scia di sangue.
Pizzi, residente tra il lago d’Orta e il lago Maggiore, ci offre una intricata vicenda ambientata nell’atmosfera lacustre tra ville d’epoca, alberghi e descrizioni di paesaggi, ma ci trasporta anche a Milano, dove vivono numerosi personaggi di questo libro, a Londra e nelle Marche alla ricerca della verità sulla vita (e la morte) dei due assassinati.
Tra figli segreti, avvocati rampanti, mogli tradite e magnati dell’industria il maresciallo riuscirà a scoprire il bandolo della matassa e a dipanarla.