Come ogni anno Lecce è divenuta l’ombelico del mondo cinematografico con il suo Festival del Cinema Europeo.
Ovvio che ciò abbia comportato la trasformazione di strade e librerie in veri e propri centri nevralgici di celluloide. Scartabellando tra gli scaffali, tra sceneggiature e ristampe, non ho potuto fare a meno di incappare in quello che su pellicola è IL classico per antonomasia, nel mentre la sua originaria versione su carta non è sempre altrettanto decantata.
Eh si, perché l’hitchcockiano Psycho viene talvolta mediaticamente fagocitato dalla arcinota scena della doccia e dei suoi colpi di violino, nel mentre l’omonimo lavoro di Robert Bloch appare quasi in sordina.
Il romanzo è invece un passepartout per la pellicola, capace di sviscerare quegli spazi tra un fotogramma e l’altro, abile nel fornire al lettore una chiave di lettura più chiara e profonda proprio del personaggio di Norman Bates, già di per sé dipinto in maniera eccellente da quell’Anthony Perkins doppio e triplo nei suoi intricati corridoi del cervello.
Il Saggiatore propone una elegante (ed economicissima) edizione del lavoro di Bloch, arricchita da una chiacchiera tra François Truffaut ed Hitch che conduce il lettore ben oltre la pagina, ben oltre la pellicola, bel oltre il buio della sala.
Psycho – Robert Bloch
Giuseppe Calogiuri