Roberta Corradin è nata a Susa e ha studiato al liceo D’Azeglio di Torino e poi alla facoltà di lettere classiche, ha scritto libri che riguardano la storia gastronomica italiana (La Repubblica del maiale), libri di ricette di cucina emotiva (Ho fatto un pan pepato), un libro umoristico con Luciana Littizzetto (Un attimo sono nuda), articoli di gastronomia e ora si cimenta con il romanzo giallo.
In effetti la vocazione culinaria dell’autrice si è concretizzata da tempo in un ristorante di mare aperto con il marito in Sicilia e il suo romanzo giallo appare costruito come un complicato e saporitissimo piatto siciliano.
Prendete un affermato psicologo newyorkese, figlio di una parrucchiera di Taormina e di padre ignoto, con studi a Oxford e alla Columbia University, una influencer americana non molto bella, ma molto glamour, una manager che lavora a Hong Kong, una signora francese che organizza corsi di cucina per vip, una docente universitaria di Oxford che si è fatta carico dello psicologo prima che divenisse tale portandolo in Inghilterra con lei e pagandogli gli studi, una ricercatrice universitaria inglese e una commissaria di polizia siciliana dal bizzarro nome di Maria Gelata.
Mettete tutti i personaggi a Scicli, incantevole città della Sicilia sud-orientale e set delle fiction del commissario Montalbano e di altri film diretti dai più importanti registi di Hollywood.
Mescolate con vigore in modo che lo psicologo venga trovato morto sul suo fuoristrada inabissatosi su una scogliera solitamente frequentata da gay, ma in realtà avvelenato da una dose letale di mandorle amare e il manicaretto è pronto per essere servito con una guarnizione di personaggi maschili più o meno equivoci tra cui il marito della commissaria.
È d’obbligo una bella spolverata di mondanità, di specialità culinarie dai nomi che evocano squisitezze siciliane e sottofondi francesi (per esempio i macaron al fico d’India), di tacchi a spillo, di antiche e decrepite dimore sciclitane ristrutturate da architetti di grido fino a trarne favolose location.
Gustare a piccoli morsi in luogo tranquillo e riparato in modo da gustare appieno ogni sfumatura di sapore e arrivare preparati al disvelamento della verità che, secondo la tradizione sicula, non è mai così come appare.
La struttura testuale è abbastanza insolita: il libro è diviso in capitoli cronologicamente successivi, ma ciascun capitolo è diviso in sotto-capitoli brevi che portano come titolo il nome del personaggio che vi appare, quindi lo stesso avvenimento viene presentato sotto punti di vista diversi.
Piovono mandorle, , pur non avendo una vera e propria suspense, si legge volentieri e tutto d’un fiato, perché l’autrice presenta i personaggi in modo preciso e accattivante cosicché riesce a stimolare l’interesse del lettore che vuole saperne sempre di più.
Piovono mandorle – Roberta Corradin
Rita Garzetti