Matilde e i suoi tre padri è l’ultimo lavoro di Emidio Clementi, voce e basso del gruppo bolognese Massimo Volume. Un nuovo libro e una nuova sfida: non un romanzo autobiografico come L’Ultimo Dio (Fazi) ispirato al testo di Emanuel Carnevali, ma la scelta di scrivere dal punto di vista del narratore onnisciente, abbandonando l’introspezione per uno stile analitico e descrittivo. Bologna negli anni ’70 è lo spazio in cui i personaggi agiscono dando vita alle vicende di una famiglia sui generis. Gli amori, il sogno americano, l’eroina, l’Università, il lavoro e la famiglia: questi i punti nodali dell’intreccio narrativo, descritti da uno sguardo privilegiato e tutto al femminile, prima di Laura e poi di Matilde, bambina nata dall’amore di Laura e Arturo. Un amore però, non destinato a durare. Da qui i nuovi incontri di Laura che Matilde osserva, paragonando la sua famiglia a quelle dei suoi coetanei, cercando di sfuggire dalla sua caotica routine per cercare la normalità. La vicenda si incrocia anche con i fatti della Storia, ma in maniera marginale e appena accennata:” Il giornale della notte riportò la notizia dell’uccisione a Roma di un consigliere provinciale della DC da parte delle Brigate Rosse e del tentato sequestro del figlio di un imprenditore sardo alla periferia di Oristano”.
Matilde e i suoi tre padri
francesca guidoni