Marco Vicentini editore di MeridianoZero

MeridianoZero… in pillole Cominciamo con Marco Vicentini, editore di MeridianoZero, la nuova rubrica di MilanoNera Editori in pillole. Buona lettura. (paolo roversi)

Chi č il lettore tipo di noir e gialli in Italia? Ha un profilo particolare?
No, secondo me ormai praticamente tante fette di pubblico si sono avvicinati ai gialli e ai noir, per cui il profilo e’ estremamente vario.

Il libro che ti piacerebbe aver pubblicato, quello che ti sei pentito di aver pubblicato, e quello che hai pubblicato e che ha venduto di piů
Il libro che mi piacerebbe aver pubblicato e’ “The last good kiss” (L’ultimo vero bacio) di James Crumley, quello che mi sono pentito di aver pubblicato e’ “Il ragazzo della domenica… e degli altri giorni” di jules Supervielle e quello che ha venduto di piu’ e’ “Aprile e’ il piu’ crudele dei mesi” di Derek Raymond.

Chi č il pubblico che va ad assistere alle presentazioni letterarie (a parte gli scrittori in cerca di editore e gli amici intimi dell’autore)?
Il pubblico che va alle presentazioni letterarie – se si tolgono gli amici e collaboratori – in realta’ non c’e’. Il pubblico che va agli incontri con autori di richiamo c’e’, ma non bisogna confondere le due cose perche’ gli incontri letterari sono spesso con autori meno noti, e non sono frequentati da quasi nessuno.

Meglio duecento persone ad una presentazione di un vostro libro o un articolo di una pagina nella sezione cultura di un grande quotidiano nazionale?
Meglio per che cosa? Per il lancio di un libro e’ meglio una pagina sul quotidiano, per analizzare la riuscita di una fenomeno culturale partito con il lancio di un lubro meglio le 200 persone a una presentazione.

Essere editori in Italia oggi: vocazione, inconscienza o business?
Tutte e tre, se si vuole sperare di riuscire.

E’ vero che in Italia ci sono piů scrittori che lettori? Che percentuale leggete dei manoscritti che vi arrivano in casa editrice e quanti poi ne pubblicate?
La domanda “quanti manoscritti leggete” o “Ma li leggete veramente?” e’ totalmente priva di senso. Noi pubblichiamo autori esordienti. E’ ovvio che se vogliamo continuare a farlo, dobbiamo leggere i manoscritti che ci arrivano. Se non leggessimo i manoscritti come faremmo a pescare gli autori da pubblicare? Che non si leggano tutti dall’inizio alla fine questo e’ un altro discorso. Se mi arriva un libro di poesie, oppure la biografia di Papa Luciani, oppure un libro di ricette, e’ chiaro che non c’e’ bisogno di leggerlo tutto per capire che non ci interessa. E anche i romanzi o racconti che ci arrivano, quando la scrittura e’ cosi’ goffa e impacciata da rendere una tortura la stessa lettura, e’ ovvio che non occorre andare alla fine. Ma noi STIAMO CERCANDO. il che vuol dire che io non metto mai la parola fine. Proprio la settimana scorsa ho pescato dalla pila dei manoscritti rifiutati dai mie collaboratori due racconti che mi hanno fatto intuire una bella penna. Cioe’ – salvo restando che i due racconti non sono pubblicabili – ho contattato l’autrice per incoraggiarla e comunicarle che sono assolutamente interessato a quant’altro scrivera’. Capisci? Non si mette la parola fine solo perche’ quel mansocritto non viene pubblicato: ci puo’ essere un interesse, una potenzialita’ da esplorare.

Un buon consiglio per gli scrittori giŕ pubblicati ed uno per gli esordienti
Per gli scrittori pubblicati (suppongo che tu intenda con un libro pubblicato) non esistono consigli, finche’ non si fanno le ossa da soli. Quando hanno pubblicato un libro, un consiglio non e’ esattamente la cosa che desiderino di piu’.
Invece agli scrittori esordienti un consiglio lo darei: dopo aver impiegato uno, due o tre anni a scrivere un romanzo (o racconti, o quello che avete fatto), spendete un altro pomeriggio in libreria, oppure in biblioteca, per esplorare i libri delle varie case editrici. Se ne sfogliate o leggete a brani piu’ d’uno, vi renderete conto quali case editrici hanno una linea in sintonia con quello che avete scritto voi e quali no. Se allora unite all’invio del manoscritto una lettera in cui motivate la scelta della casa editrice, vi assicuro che questa lettera fara’ un’ottima impressione e aiutera’ a essere considerati – dove possibile – in tempi piu’ brevi. Non e’ simpatico ricevere manoscritti che sono in maniera evidente al di fuori della linea delle collane, e rendersi conto che l’autore ha fatto un’invio a casaccio, senza neanche sapere a chi lo manda.

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