Primo libro e dunque debutto di Bruno Volpi tra le fila dei giallisti, arricchito da una lunga introduzione di Luca Crovi che utilizzerò in parte e spudoratamente per cominciare a presentarvi l’autore. Luca Crovi infatti attacca subito affermando: « Lo so, leggendo il titolo di questo romanzo …alcuni potrebbero pensare di essersi imbattuti in un giallo classico….. E chi magari abbia letto i primi capitoli…, potrebbe pensare a una situazione gotica a tinte horror … In realtà, fin dai capitoli successivi, Volpi svela esplicitamente il suo intento di regalarci non un mistery classico né un delitto della camera chiusa e nemmeno una storia con elementi di paura, bensì un intenso giallo di provincia che mette nel centro del suo mirino la città di Alessandria il cui commissariato si regge “sull’operato di due poliziotti che come carattere e modus operandi erano agli antipodi”…Sono l’ispettore Mario Gianetti e il commissario Luigi Badalotti. Il primo ha ventott’anni e un fisico piacente e prestante e ha una passione specifica per mettere in ordine e archiviare le pratiche dei casi; il secondo ha raggiunto i quarantatré anni, ha i baffi, ma non ha quasi più capelli, ha una pancia che gli ha fatto raggiungere una taglia superiore alla 54 ed è un uomo riflessivo, abituato a sbrogliare con calma e lucidità situazioni complesse… Essere dislocati ad Alessandria permette ai due uomini di essere in una località di terra piemontese che ha un occhio alla campagna e uno al mare. Luigi Badalotti ha vissuto almeno quattro tipi di mare: quello delle vacanze della giovinezza a Sestri Levante, quello a quadretti delle risaie, nel periodo a bordo delle gazzelle della polizia a Vercelli, quello della spiaggia di Bordighera dove ha camminato per la prima volta come commissario, e infine quello che, con le sue migliaia di goccioline, costituisce l’essenza della nebbia che da sempre, in inverno, avvolge la città di Alessandria… Malinconia e dramma, suspense e umorismo si inseguono in questo giallo…. E Badalotti sa che non deve spegnere le sue cellule grigie e solo continuando a investigare e a interrogare potrà vedere la realtà con altri occhi prima di potersi regalare una meritata e rilassante “dormita imperiale”». Tutto fatto direte, eh no. Sapete tutto o quasi dei protagonisti ora invece passiamo a raccontare qualcosina della trama. Allora: il rotondo Commissariato Badalotti, diventato alessandrino da due anni, si trova tra capo e collo l’indagine per l’omicidio di un avvocato: Massimo Rastelli. L’uomo è stato pugnalato nella schiena a morte nello spogliatoio del locale circolo di tennis, la vittima aveva appena finito di fare la doccia. Il suo cadavere è stato ritrovato dalla donne delle pulizie. Badalotti scoprirà subito che il Rastelli, noto in città sia per le capacità professionali che per la sua vita sregolata e prepotente, era amato da pochi e inviso a molti. Non resta a Badalotti che mettere in moto la sua squadra e dunque l’ispettore Gianetti e il giovane ma acuto agente Bonino per dare il via alle indagini e cominciare gli interrogatori dei testimoni. Ciò nondimeno, visto la fama del morto, i possibili assassini potrebbero essere tanti e i moventi anche. Unico inquietante indizio ritrovato vicino al cadavere, una collanina d’argento con appeso un ciondolo rosso, pietra conosciuta come Occhio di drago. Ma pochi giorni dopo si scoprirà un secondo delitto e, anche stavolta il morto, il professore universitario, Francesco Manenti, è stato accoltellato alla schiena nei giardinetti di fronte alla stazione ferroviaria. Le due vittime si conoscevano… Da una perquisizione in casa del professore salterà fuori una seconda collanina con lo stesso ciondolo. Mentre comincia a serpeggiare in città l’incubo di un serial killer e il questore preme, Badalotti, deve mettere in fila gli indizi, risalire a passati, lontani torti che gridano vendetta e, muovendosi con i piedi di piombo, tentare di prevedere le prossime mosse dell’assassino per tentare di fermarlo. Ma come? A far da palcoscenico alla trama Alessandria, una città da conoscere e che sa conquistare. Una città che Badalotti già ben conosceva per averci passato le vacanze estive da ragazzo ospite di una cara zia. Così tra dolci ricordi d’infanzia e legati alla prima adolescenza, con il piacere di poter gustare la sopraffina cucina locale, il commissario Badalotti accompagnerà il lettore, intrigandolo con abilità fino alla scoperta della mente e mano assassina.
L’occhio di drago – Bruno Volpi
Patrizia Debicke