Ferdinando Albertazzi
L’amore per davvero
Chiaredizioni
Chi conosce Albertazzi come uno dei primi giallisti a portare il noir tra i ragazzi, dopo le prime e anche le seconde pagine del suo ultimo libro si può chiedere se è un errore recensirlo su MilanoNera anche se è nella serie Mistery Young Adult della collana Chiara Young Adult. Vediamo un po’. Diego, il narratore, II liceo senza infamia e senza lode, e Sabine, acqua e sapone, senza tatuaggi né piercing, dopo iniziali incertezze ed equivoci che rischiano di mandare tutto a monte, come il primo appuntamento che salta perché lui va al bar dei Torrisi e lei a quello dei Sorrisi, allacciano una relazione che presto si trasforma in un grande amore, pieno di delicatezza, rispetto e maturità. Tanto che decidono “di non farlo…La prima volta non dovrà essere una scopata, bensì un consapevole amplesso di appartenenza. Un dono reciproco…”.
Il panorama muta di botto e il cielo si fa nero tempesta quando il papà di Sabine scopre che la moglie Caterina ha svuotato il conto corrente. Nella riunione di famiglia la donna racconta un po’ di balle che il marito si beve, ma non Sabine. Che in preda a paure e confusione si confida con Diego, poi insieme coinvolgono il comune amico Bobo, simpatico, sveglio, intraprendente, mago del computer. Un amante segreto? No, ben altro e peggio. I due con uno stratagemma portano lo smartphone di Caterina a Bobo che ne tira fuori siti di giochi on-line clandestini, scommesse e debiti. Allora il nostro hacker crea una trappola, un sito tarocco, 70 volte 7, con superpremio, ma anche con foto osé per ricatti, una trappola in cui cade Caterina in preda alla disperazione, rischiando di precipitare in un buco nero senza fondo, ma ricevendo anche un salutare “choc galattico”.
Albertazzi è bravo a mantenere in equilibrio il registro romance con quello nero in svelti capitoletti di 2-3 pagine che agganciano il lettore. Diego prova fitte di gelosia per l’ammirazione con cui Sabine guarda Bobo. Anche se Sabine dentro di sé si chiede se c’è davvero da fidarsi di uno che penetra nelle intimità della sua famiglia. E Bobo a cosa pensa ricordando un film come Jules e Jim di Truffaut? Non è la sola citazione che testimonia la passione cinefila dell’autore.
Da 14 anni