Ambientazione scolastica per questo esordio di Marilù Oliva in ambito ‘young adult’’.
Un ambito strettamente legato all’età, i personaggi sono dei diciottenni, studenti dell’ultima classe di un Istituto tecnico e che appare a chi, come me, ha vissuta a lungo lontano dall’Italia e dalla sua scuola, molto diverso. In quasi tutta l’Europa si applica infatti una diversa metodologia – vedi valutazione dei risultati, durata dell’orario giornaliero e del periodo di studi durante l’anno – con vacanze estive di tre mesi invece dei due adottati quasi ovunque. Senza contare poi le tante altre difficoltà nei rapporti tra allievi e corpo insegnante, accresciute e amplificate a dismisura dagli anni di fermo per il Covid (con l’Italia nazione maglia nera con ben 341 giorni di scuola persi contro i 241 della Germania, seconda dell’elenco), che oltre a suscitare incertezze hanno ampliato il solco delle famiglie con la scuola. Ah, e la dirompente e incontrollabile potenza dei social che ormai paiono preposti a guidare ogni atto e scelta della vita di ciascuno di noi.
Un’ ambito scolastico italiano, insomma, non certo aiutato dall’altalenante decisionismo politico che mirerebbe a raggiungere una migliore qualità, come sarà sicuramente ben noto all’autrice che insegna quotidianamente in un Istituto superiore.
Idee, reazioni, iniziative che mi vedono lontanissima ma sicuramente, per come l’ho interpretato e vissuto io, non ridimensiona la portata e la visione del romanzo che dovrebbe rivolgersi anche a chi come me ha i capelli bianchi.
Riscontro nella attualizzazione di questi studenti, che immagino una rappresentativa testimonianza di loro coetanei, un vasto e variegato campionario sociale connesso alla nostra attualità.
L’innato istinto di ribellione di fronte a ogni limite, tipico di certa anarchia giovanile di ogni epoca, pare oggi aver contagiato tutto e tutti, costringendo a calpestare senza riguardo etica morale e diritti degli altri. Persino tra i protagonisti di Ribelli, un ventaglio di ragazzi ancora immaturi, i buoni, i cattivi e i troppo influenzabili al limite del plagio, si contesta e ci si ribella, mirando alla sconfitta o meglio alla totale resa dell’avversario. E in nome dei propri diritti si ignora quale potrà essere il cospicuo prezzo da pagare.
A cosa condurrà allora la libertaria concessione di due giorni di autogestione fatta dal preside dell’Istituto Tecnico Grafico Artemisia Gentileschi? Rebeca, brillante rappresentante degli studenti dell’ultimo anno, aveva dovuto spendersi non poco per convincerlo a dare il via libera al suo progetto, avvallato dal patrocinio della Facoltà di Scienze Politiche, relativo a proposte su nuove opportunità per il sistema educativo. Ma Rebeca verrà estromessa e quella che avrebbe dovuto essere solo una pacifica adunata, un’edificante esperienza di comunicazione, condurrà invece a una provocatoria contestazione e occupazione da parte di altro ragazzo, Robin, anche lui rappresentante d’istituto. Un atto premeditato di ribellione, alla testa di un gruppetto di rancorosi dell’Istituto e per conseguenza l’imprigionamento di professori e studenti trattati da ostaggi e, per meglio far valere le proprie richieste, con in più la sfida di far saltar in aria, se attaccati, l’intero edificio. Insomma si arriverà al caos, con Rebeca tradita dai facinorosi compagni, chiusa a chiave nella stanza della segreteria didattica senza possibilità di comunicare con l’esterno, mentre la scuola, dato l’allarme, verrà circondata dalle volanti della polizia, alle quali si aggiungeranno presto i genitori trepidanti e gli inviati dei media. Perché anche a confermare le minacce dei rivoltosi, davanti al portone e bene in vista, ci sono tre bombole di gas in fila, pronte a esplodere
Le pretese degli studenti, rivolte direttamente alle alte sfere, sono precise e gli occupanti disposti a trattare soltanto con il Ministro in persona. Non c’è spazio prima per ottenere concessioni.
Ma persino un piano calcolato punto per punto e nei minuti particolari rischia di incepparsi e saltare per un gesto disperato e, in pochi attimi, trasformarsi in una drammatica situazione senza ritorno.
In una continua spirale di alta tensione, si dovrà confrontarsi con rivalità, dedizione, amore, morte, sconforto, audacia, angoscia e fiducia… ma, con il tempo che passa e la situazione quasi al collasso, gli animi s’infiammano pericolosamente… Con la rottura che pare paurosamente vicina, i ragazzi dovranno tener conto della realtà e guardare meglio dentro se stessi.
Una realtà che va affrontata e per la quale bisogna trovare il coraggio di pagare lo scotto.
Un romanzo molto dettagliato che descrive le diverse tematiche legate all’età, alla crescita emotiva e mentale e alla difficoltà di avere un corretto rapporto con i parenti, gli insegnanti e in pratica con l’autorità di tutti gli adulti in generale. Ma anche le incontrollabili tempeste viscerali dei primi amori, la rivelazione del sesso, il pericoloso impatto che può significare la droga. Tutte, spesso troppo traumatiche, esperienze, non ancora superate.
Una storia che si alleggerisce, lasciando trasparire l’indifesa e bambinesca ingenuità di ragazzi stavolta consapevoli attori o vittime in una vicenda soprattutto condizionata da invidie, soprusi, volontà di prevaricazione e decisioni da prendere. Sopraffatti da errori commessi senza calcolare le possibili reazioni altrui. Solo Matilde, la migliore amica di Rebeca, una ragazza serena, testa lucida, pensante e poco influenzabile, a conti fatti pare saper cantare fuori del coro.
Libri per ragazzi: I ribelli – Marilù Oliva
Patrizia Debicke