Ecco che l’Armida è ritornata.
La ritroviamo benestante grazie all’eredità dell’Aurelia, ha una casa sua e riesce persino a prendere la patente e a comprare un’auto: la mitica Prinz NSU verde. Naturalmente decide di continuare ad essere la perpetua di don Tarcisio non abbandonando la canonica mentre nuove figure si sono intanto affacciate nella sua piccola comunità paesana: la ex dell’Adolfo, Carmelina, il suo bambino e nonna Rosaria; questa famigliola alloggia, naturalmente pagando l’affitto, nella villetta dell’Armida, che non perde mai il senso degli affari, e dapprima con diffidenza e poi con affetto piano piano si avvicinano e si incontrano e si raccontano il proprio complicato vissuto.
E qui la prima ottima rappresentazione di due mondi apparentemente diversi ma in fondo simili come simili sono le vite vere della gente che ama odia soffre e si consola allo stesso modo.
In questo secondo romanzo Armida è veramente tra le onde. I ricordi si fanno sempre più vividi e pressanti, il suo passato non le dà pace e le onde sono quelle che ha realmente attraversato quando, giovane ed ingenua, ha seguito per amore un uomo che l’ ha ingannata e ferita.
Ma sono anche inquietudini dell’anima, Armida ha capito che solo indagando e facendo pace col suo passato potrà finalmente vivere in pace il presente e forse il futuro.
In questo sua ricerca indietro nel tempo l’aiuteranno nuovi e vecchi amici, l’istruttore della scuola guida, per esempio, giovane e dinamico che dopo una diffidenza iniziale le farà prendere la patente e l’aiuterà nello scoprire le meraviglie del mondo digitale, e Salvador il cantante sudamericano che fu caro amico della benestante Aurelia e che ogni tanto torna a far visita.
E la storia personale di Armida nei racconti di Salvador si intreccia con la grande Storia con la tragedia dei desaparesidos dando vita ad un desiderio di conoscere di ritrovare e comporre finalmente i pezzi di un puzzle per trovare finalmente la pace.
Ritroviamo anche l’originale particolarità di abbinare ogni capitolo ad una canzone vecchia o nuova che l’autrice suggerisce di ascoltare durante la lettura.
Insomma l’Armida non ci delude mai, anzi ancora una volta la sapiente ed intelligente capacità dell’autrice riesce a raccontare quasi visivamente una realtà piccola ma immensa nei suoi sentimenti.