Parigi, notte profonda. In Rue Samson, una via apparentemente anonima del XIII arrondissement, la quiete è spezzata da un triplice delitto: una giovane studentessa e due anziani coniugi giacciono sull’asfalto, colpiti a morte. Tre vittime senza legami evidenti, tre destini incrociati in un enigma che apre la nuova indagine de La terza dimensione, il romanzo in cui Enrico Pandiani riporta in scena i “Les Italiens”, la squadra speciale della Brigata Criminale guidata dal commissario Jean-Pierre Mordenti.
Il capo Le Normand pretende risultati immediati, ma Mordenti percepisce da subito che dietro quei delitti si nasconde qualcosa di più profondo e minaccioso. L’unico indizio — un frammento di pistola realizzata con una stampante 3D — diventa la chiave di una vicenda che affonda nel cuore oscuro della tecnologia contemporanea, dove il confine tra ingegno e pericolo si fa sempre più sottile.
Pandiani intreccia tensione e ironia con il ritmo di un meccanismo ben oliato, sospeso tra realismo e inquietudine futuristica. Al centro del romanzo pulsa una Parigi viva e contraddittoria: città di luci e ombre, di bistrot affollati e vicoli dimenticati, di eleganza e degrado che convivono nella stessa cornice. L’autore la racconta con sguardo cinematografico, restituendo odori, voci e atmosfere in modo così vivido da farne una protagonista a tutti gli effetti, un organismo che respira insieme ai personaggi.
Jean-Pierre Mordenti torna con il suo passo irregolare e la sua ironia tagliente: un commissario capace di ridere di sé ma non del dolore degli altri, un uomo che indaga tanto sui crimini quanto sull’animo umano. Accanto a lui, la squadra dei “Les Italiens” — Servandoni, De Falco, De Clock e gli altri — continua a rappresentare una famiglia un po’ disordinata ma unita da lealtà e affetto sincero. Le loro battute, pungenti e affettuose, restituiscono un’umanità autentica anche nei momenti più tesi. Questa volta, però, anche Tristane, compagna di Mordenti, e Karima, moglie di Servandoni, avranno un ruolo importante nella storia.
La terza dimensione non si limita all’azione: racconta anche la ricerca di equilibrio di un uomo diviso tra il lavoro e la vita privata, tra l’amore per Tristane e la responsabilità verso Benjamin, il bambino di otto anni che lo costringe a guardare la realtà con occhi nuovi.
Con una scrittura precisa e musicale, Pandiani alterna l’adrenalina dell’indagine all’introspezione, trasformando le armi stampate in 3D da semplice elemento di trama a simbolo di un mondo che ha superato ogni limite. Il romanzo diventa così anche una riflessione morale sul progresso e sulle sue conseguenze.
Il ritmo rimane serrato ma equilibrato: l’autore sposta la scena dai vicoli di Parigi ai laboratori clandestini, dai bistrot ai magazzini informatici dove si prepara la criminalità del futuro. Il risultato è un noir lucido e attuale, che unisce l’energia del thriller alla profondità del romanzo sociale.
Ancora una volta, Pandiani costruisce una storia elegante e intensa, dove la tensione convive con la poesia dei dettagli e Parigi diventa specchio delle contraddizioni umane. Un viaggio notturno nella città e nell’animo dei suoi abitanti, guidato da un commissario che continua a sorprendere e a commuovere.


